martedì 29 novembre 2022

LOS POSOS DE CAFÉ/I FONDI DI CAFFÈ

de/di Javier Sánchez Menéndez
(trad. Marcela Filippi)

La abuela de mi madre era una bruja.
Entre otras muchas cosas me mostró
el sortilegio de la lectura,
me enseñó a amar los libros
como quien ama un cuerpo,
a oler los libros sin deseos de capacidad,
como alimento puro y único,
a respetar la belleza de la literatura
y su propia forma: la esencia del arte.
De ella aprendí la entrada al laberinto,
el diálogo pausado con los pájaros,
escalar a las nubes con cuidado,
a llorar al silencio y al lenguaje.
Cuando me miraba sus ojos transmitían dulzura,
nostalgia y melancolía. Susurraba de contemplar,
de atender, de entender, y no conseguía
alcanzar las metas programadas
porque ella era la meta, el incidente
que se convierte en acontecimiento.
De la humildad decía que era indispensable,
como también de la música, la amabilidad
y la delicadeza con los otros.
Cuando nací la abuela de mi madre
ya había muerto.


La nonna di mia madre era una strega.
Tra le tante cose mi ha insegnato
il sortilegio della lettura,
mi ha insegnato ad amare i libri
come chi ama un corpo,
ad annusare i libri senza desiderio di saturazione,
come alimento puro e unico,
a rispettare la bellezza della letteratura
e della sua stessa forma: l'essenza dell'arte.

Da lei ho imparato l'ingresso nel labirinto,
il dialogo placido con gli uccelli,
a scalare le nuvole con attenzione,
a piangere al silenzio e al linguaggio.

Quando mi guardava i suoi occhi trasmettevano dolcezza,
nostalgia e malinconia. Sussurrava nel contemplare,
nell'accogliere, nel comprendere, e non riusciva
a raggiungere le mete programmate
perché lei era la meta, l'incidente
che diventa avvenimento.

Dell'umiltà diceva che era indispensabile,
così come la musica, l'amabilità
e la delicatezza con gli altri.
Quando sono nato la nonna di mia madre
era già morta.

             (Del libro Ese sabor antiguo de las obras. Chamán Ediciones, Albacete 2022) 

Nessun commento:

Posta un commento