giovedì 10 novembre 2022

LA LUCIÉRNAGA/LA LUCCIOLA

de/di Juan Carlos Méndez Guédez
(trad. Marcela Filippi)


     Vivía Guarico en lo más alto de las montañas y desesperada por el frío, un amanecer emprendió el camino hacia la cueva próxima al volcán donde vivía Maleiwa, el dios con cara de perro, el único ser que conocía el fuego y lo guardaba entre sus pies gigantes y llenos de barro.


  Las versiones sobre este punto suelen discrepar. Pero en general, siempre se opta por decir que Guarico logró distraer a Maleiwa mostrándole sus pechos y hablándole de amor. De ese modo algo se paralizó dentro del dios, una centella golpeó sus huesos, un temblor subió entre sus piernas como un río de sangre y lava.

  Guarico aprovechó la perplejidad de Maleiwa para arrancar de sus pies un tizón encendido y correr hasta sus montañas. Aquí de nuevo los relatos se amplían, se contradicen. Citemos tan sólo dos de las versiones más extendidas.

     En la primera, Maleiwa logra alcanzar a Guarico y ella vuelve a distraerlo ofreciéndole el lujoso regalo de sus tetas erectas. Así, mientras Maleiwa bebe de esos pezones de aroma intenso como la madera, Guarico logra arrojar a lo alto de la montaña el tizón. 

     En la segunda, Maleiwa acepta su derrota, pero aguarda muchos días hasta que Guarico vuelve a bajar de la montaña y en venganza la muerde en la nuca hasta que logra desmayarla.

  Las dos versiones coinciden en que a partir de ese momento Guarico se convirtió en luciérnaga. 
     La obviedad indicaría que en un primer caso la transformación sería un premio, en el segundo un castigo. 

     No deja de ser curioso que, para algunos, dilucidar ese punto sería el interés principal.  Para otros lo fundamental consistiría en verificar que a partir de ese gesto las personas conocieron y pudieron disfrutar del fuego.

     Y quizás todos se equivoquen. 

     Tal vez el tesoro de esta historia, resida en comprobar que, de todo inmenso fuego, que, de todo relato cargado de seducciones, amores, engaños y encuentros, sólo pervive, con suerte, la luz mínima, el punto casi invisible, de una luciérnaga perdida en la noche.


     Guarico viveva nel punto più alto delle montagne e, disperata per il freddo, allo spuntare di un'alba si mise in viaggio verso la grotta prossima al vulcano dove viveva Maleiwa, il dio dalla faccia di cane, l'unico essere che conosceva il fuoco e lo custodiva tra i suoi piedi giganti e pieni di fango.


     Le versioni su questo punto non concordano. Ma in generale, si opta sempre col dire che Guarico  riuscì a distrarre Maleiwa mostrandogli i suoi seni e parlandogli d'amore. Da quel monologo qualcosa si è paralizzato dentro di lui, una scintilla colpì le sue ossa, un tremore gli salì tra le gambe come un fiume di sangue e di lava.

     Guarico approfittò della perplessità di Maleiwa per strappargli dai piedi un tizzone ardente e scappare verso le sue montagne. Qui i racconti si espandono di nuovo, si contraddicono. Citiamo soltanto due delle versioni più diffuse.

     Nella prima, Maleiwa riesce a raggiungere Guarico e riesce a distrarlo ancora offrendogli il lussuoso dono delle sue tette erette. Così, mentre Maleiwa beve da quei capezzoli dall'aroma intenso come il legno, Guarico riesce a lanciare  in cima alla montagna il tizzone.

     Nella seconda, Maleiwa accetta la sua sconfitta, ma aspetta molti giorni fino a quando Guarico scende di nuovo dalla montagna e per vendetta le morde la nuca fino a farla svenire.

     Le due versioni coincidono sul fatto che da quel momento Guarico è diventata una lucciola.
     L'ovvietà indicherebbe che nel primo caso la trasformazione sarebbe un premio, nel secondo una punizione.

     Non cessa di essere curioso che, per alcuni, chiarire questo punto sarebbe il principale interesse. Per altri, la cosa fondamentale consisterebbe nel verificare che a partire da quel gesto la gente ha conosciuto e ha potuto  godersi il fuoco.

     E forse tutti sbagliano.

     Probabilmente il tesoro di questa storia, risieda nel comprovare che, di ogni fuoco immenso, che di ogni racconto pieno di seduzioni, amori, inganni e incontri, sopravviva solo, con fortuna, la luce minima, il punto quasi invisibile, di una lucciola smarrita nella notte.



                                                                                                                                                                                                (De El ÚLTIMO MAPA)


Nessun commento:

Posta un commento