lunedì 7 novembre 2022

LA EXPEDICIÓN PERDIDA DE FRANKLIN (1845-1848)/ LA SPEDIZIONE PERDUTA DI FRANKLIN (1845-1848)

de/di Olalla Castro
(trad. Marcela Filippi)

I
Era tan grande aquella sed de blanco.
Ansiábamos el hielo y sus destellos,
el deslumbre punzante de la escarcha.
Bajo su resplandor, fundar el mundo.
Soñábamos con ir siempre más lejos,
con ser los primeros en pisar esa nieve.
Una luz oblicua alargó nuestras sombras
y extraviamos la escala.
Nos creímos gigantes.
Corrimos hacia el brillo
de la única forma en que sabemos
correr hacia las cosas:
con una red pequeña entre las manos
y un arpón escondido en la garganta.
Agarramos el hielo con nuestras manos tibias.
Lo agarramos
hasta que todo lo que brillaba se deshizo.

I
Era così grande quella sete di bianco.
Desideravamo il ghiaccio e le sue scintille,
il bagliore pungente del gelo.
Sotto il suo splendore, fondare il mondo.
Sognavamo di andare sempre più lontano,
di essere i primi a calpestare quella neve.
Una luce obliqua allungò le nostre ombre
e abbiamo smarrito la scala.
Abbiamo creduto di essere dei giganti.
Abbiamo corso verso la luminosità
nell'unico modo in cui sappiamo
correre verso le cose:
con una piccola rete in mano
e un arpione nascosto in gola.
Afferrammo il ghiaccio con le nostre mani tiepide.
Lo afferrammo
fino a quando tutto ciò che luccicava non si sciolse.

(Del libro BAJO LA LUZ, EL CEPO. XXII Premio Internacional de Poesía  «Antonio Machado En Baeza». Poesía Hiperión, 2018)




Nessun commento:

Posta un commento