Manuel López Azorín
(Trad. Marcela Filippi)
Sólo la luz alumbra, sólo el amor nos salva.
Lo demás es un caos Nos envuelve
y en plena claridad nos hace ciegos.
(La ignorancia es ceguera y la tenemos,
no sólo por los ojos.)
Soy un ciego que contempla su vida.
Esta es mi vida ahora:
sombras, luces, las huellas
de pisadas sentidas, pensadas, vividas,
de palabras soñadas...
(T.S. Eliot lo dijo: Somos Grecia.
No tan sólo seguir sus tradiciones.)
Es la marca de un tiempo sucedido
donde el árbol, a veces, dio su fruto
y otras veces no tuvo;
pero cada cosecha, buena o mala,
sirvió para saber que cada día
es otro aprendizaje el que despierta
con la curiosidad, otra ilusión,
otra nueva mirada en ese espejo
del hombre y de la vida.
Esta es mi vida ahora.
Camino, observo, miro, la contemplo,
paso frente a su espejo, veo a los mercaderes
traficar con lenguajes que rehúyo.
(Nunca quise en mi casa traficantes.)
Observo a los que ansían
anclarse entre los pliegues de páginas doradas
vendiendo hasta el aliento por su gloria
y rehúso sus verbos.
Son verbos de ficción, verbos de trueque,
de vanidad.
Moneda por lisonja,
lisonja por moneda y poca vida propia.
(Casas de terciopelo sin despensa,
arquitectura de fachada,
belleza de reclamo, de mediática búsqueda,
casas sin vida propia.)
Prefiero contemplar a los poetas
escribiendo a la espera de la luz
y sin más ambición que la del éxtasis.
(A cierta edad ya no se espera nada
que no traiga la luz.)
Hay poetas de luz, no todo está perdido,
y jóvenes que buscan esa luz del misterio.
Soy un ciego que edifica su casa,
aprendiendo a mirar.
Solo la luce illumina, solo l'amore ci salva.
Il resto è un caos Ci circonda
e in pieno chiarore ci rende ciechi.
(L'ignoranza è cecità e noi ce l'abbiamo,
non solo negli occhi.)
Sono un cieco che contempla la sua vita.
Questa è la mia vita ora:
ombre, luci, le orme
di passi sentiti, pensati, vissuti,
di parole sognate...
(T.S. Eliot lo disse: Siamo Grecia.
Non solo seguire le sue tradizioni.)
È il segno di un tempo trascorso
dove l'albero, a volte, ha dato i suoi frutti
e altre volte no;
ma ogni raccolto, buono o cattivo,
è servito per sapere che ogni giorno
è un altro apprendimento colui che si sveglia
con la curiosità, un'altra illusione,
un altro nuovo sguardo in quello specchio
dell'uomo e della vita.
Questa è la mia vita ora.
Cammino, osservo, guardo, la contemplo,
passo davanti al suo specchio, vedo i mercanti
trafficare con linguaggi da cui fuggo.
(Non ho mai voluto trafficanti in casa mia.)
Osservo coloro che smaniano
ancorarsi tra le pieghe di pagine dorate
vendendo persino il fiato per la loro gloria
e rifiuto i loro verbi.
Sono verbi di finzione, verbi di scambio,
di vanità
Moneta per adulazione,
lusinghe per moneta e poca vita propria.
(Case di velluto senza dispensa,
architettura di facciata,
bellezza di richiamo, di mediatica ricerca,
case senza vita propria.)
Preferisco contemplare i poeti
scrivendo in attesa della luce
e senza altra ambizione che quella dell'estasi.
(A una certa età non ci si aspetta nulla
che non porti la luce.)
Ci sono poeti di luce, non tutto è perduto,
e giovani che cercano quella luce del mistero.
Sono un cieco che edifica la sua casa,
imparando a guardare.
(Del libro Sólo la luz alumbra. Poesía 1986-2010. Sial/Fugger Poesía)
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