de/di María Ángeles Pérez López
(trad. Marcela Filippi)
El desierto te sigue como un perro
y ladra su aspereza para ti
pero nunca le miras a los ojos.
Por eso no logra que le pertenezcas.
Hay en él la acritud del escorpión,
lo escarpado y caliente de su abdomen
contra la duna inquieta, coloquial.
Hay en él lo enconado del rastrojo,
la serpiente que abrasa la garganta.
¿Cómo se instalará sobre tu piel
si tú ya eras desierto desde antes?
Si amaestraste a ese perro y lo lamiste.
Si ya estaban en ti
el cactus arrasado por la luz,
la arena enamorada del cobalto,
lo crudo,
la víscera
en su verdad
y su coloratura.
Entre el lenguaje y tú, toda la arena.
Entre el desierto y tú, solo tu cuerpo.
Il deserto ti segue come un cane
e abbaia la sua asprezza per te
ma mai lo guardi negli occhi.
Perciò non ottiene che tu gli appartenga.
C'è in esso l'acredine dello scorpione,
l'erto e caldo del suo addome
contro la duna inquieta, colloquiale.
C'è in esso la crudezza delle stoppie,
il serpente che infuoca la gola.
Come si insedierà nella tua pelle
se tu già da prima eri deserto?
Se hai ammaestrato quel cane e lo hai leccato.
Se erano già in te
il cactus deturpato dalla luce,
la sabbia innamorata dal cobalto,
lo scabro,
le viscere
nella loro verità
e nel loro colore.
Tra il linguaggio e te, tutta la sabbia.
Tra il deserto e te, solo il tuo corpo.
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