de/di Juan José Vélez Otero
(trad. Marcela Filipi)
Toda la vida buscando los campos
verdes de menta que te dijeron una vez
existían, no sabes dónde, pero existían
porque algunos habían estado allí, decían,
y trajeron en sus manos gozosas
el suave olor de la lavanda y de la piperita dulce.
Toda la vida la misma letanía:
estudia, trabaja, contrólate,
sé hombre de provecho que la vida no es fácil,
y que el futuro depende del ahora,
y que quien guarda halla, y que quien siembra recoge,
y que quien no sufre alguna vez
no merece conocer la dimensión del gozo.
Toda la vida, que tantos años son nada.
Y que ocurre que el sacrificio rinde ganancias,
y que el hombre es bueno y que la sociedad lo corrompe,
y que somos racimos de idéntica uva,
y la moral y la ética y el estético comportamiento humano.
Y preparemos un mundo mejor,
que el que tenemos no sirve,
como si eso, hasta ahora, hubiese dependido alguna vez
del sacrificio, del estudio, del trabajo,
del provecho, de la esperanza de una minoría humana.
Un mundo mejor… los campos de menta…
el fresco olor a piperita dulce…
o el solo solar donde ahora te hallas
remangándote el frío hasta las ligas
como puta vieja desconsolada y triste
esperando que alguien le ofrezca dos pesetas de luz
o le dé tan siquiera, con cargo a su cuenta,
un simple beso desinteresado y herido
en su boca aún agraz de amapola olvidada.
Tutta la vita alla ricerca dei campi
verdi di menta che una volta ti dissero
che esistevano, non sai dove, ma esistevano
perché alcuni erano stati lì, dicevano,
e avevano portato nelle loro gioiose mani
il leggero profumo della lavanda e della menta piperita.
Tutta la vita la medesima litania:
studia, lavora, controllati,
sii uomo di spessore che la vita non è facile,
e che il futuro dipende dall'ora,
e che chi risparmia trova, e chi semina raccoglie,
e chi non soffre qualche volta
non merita di conoscere la dimensione della gioia.
Tutta la vita, che tanti anni non sono nulla.
E succede che il sacrificio ricompensa,
e quell'uomo è buono e che la società lo corrompe,
e che siamo grappoli della stessa uva,
e della morale, dell'etica e dell'estetico agire umano.
E prepariamo un mondo migliore,
che quello che abbiamo non serve,
come se ciò, fino ad ora, fosse mai dipeso
dal sacrificio, dallo studio, dal lavoro,
dal profitto, dalla speranza di una minoranza umana.
Un mondo migliore... i campi di menta...
il fresco profumo della menta piperita...
o soltanto l'ermo suolo dove ora ti trovi
rimboccandoti il freddo fino alle cosce
come una vecchia puttana sconsolata e triste
aspettando che qualcuno le offra due pesetas di luce
o le dia, a carico del suo conto,
un semplice bacio disinteressato e ferito
nella sua bocca ancora agra di papavero dimenticato.
(Del libro El solar. VIII Premio de Poesía Aljabibe. Editorial Endymion. Madrid 2007)
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