de/di Alejandro Céspedes
(trad. Marcela Filippi)
A veces prefería su brutalidad.
Mi carne era capaz de perdonarlo.
Pero cuando no dejaba
ni una sola fisura
donde pudiera ocultarme,
cuando calzaba sus botas
para pisar con más intransigencia,
cuando impedía a otro tiempo
y a otro espacio
recomponer la arcilla
con la que fue amasada mi paciencia,
no podía...
No podía.
Ahora ya consigo que la suma
de todos mis pedazos
vuelva a producir un número concreto.
Las heridas gotean sin nostalgia
sobre el inicio de toda quebradura.
A volte preferivo la sua brutalità.
La mia carne era capace di perdonarlo.
Ma quando non lasciavo
neanche una fessura
dove poter nascondermi,
quando indossava i suoi stivali
per calpestare con più intransigenza,
quando impediva a un'altro tempo
e in un altro spazio
di ricomporre l'argilla
con cui fu impastata la mia pazienza,
non poteva...
Non poteva.
Ora riesco che la somma
di tutti i miei pezzi
possa nuovamente produrre un numero concreto.
Le ferite gocciolano senza nostalgia
sull'inizio di ogni rottura.
(De "Soy Lolà Jericó". XLII Premio Iberoamericano de Poesía Juan Ramón Jiménez 2022.
Diputación Provincial de Huelva. Servicio de Cultura)
Nessun commento:
Posta un commento