de/di Luis Miguel Rabanal
(trad. Marcela Filippi)
Desde cualquier sitio puede avistarse
el nombre de la ciudad escrito con desagrado
por aquel extraño viajero, con su edad maltrecha
a causa del frío y sus dedos temblando
ante lo que él vaticinaba desolador y terrible.
Viejos corredores devorados por mohos,
calles de siniestra luz con que dar pena.
Sobre el andén, los ciegos con premura
almacenaban el pan duro
de la desdicha, reclinados por verle
el joven rostro al viajero, y escupiendo
palabras se hacían a un lado miserable
de la noche y prendían hogueras.
De esa ciudad y ese tiempo diluido en horas
diferidas, el muchacho no recuerda
más que el miedo a la borrosa distancia
y a la placidez que se obtiene por maldecir
de perfil al indiferente pasado.
Tomó su tren el viajero
y se perdió un día en las apartadas brumas.
Da qualsiasi luogo si può avvistare
il nome della città scritto con svogliatezza
da quello strano viaggiatore, con la sua età malconcia
a causa del freddo e delle sue dita che tremano
dinanzi a ciò ch'egli prevedeva desolante e terribile.
Vecchi corridoi divorati da muffa,
strade di luce sinistra che rattristastavano.
Sulla banchina, i ciechi con premura
immagazzinavano il pane duro
delle avversità, piegati per vedere
il giovane volto del viaggiatore, e sputando
parole si scansavano al lato miserabile
della notte e accendevano fuochi.
Di quella città e di quel tempo diluito in ore
differite, il ragazzo non ricorda
altro che la paura della sfocata distanza
e la placidità che si ottiene nel maledire
di profilo il passato indifferente.
Il viaggiatore prese il suo treno
e un giorno si perse nelle remote brume.
(De Postrimerías. Eolas ediciones, 2024)
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