venerdì 9 maggio 2025

NIEVE/NEVE

de/di Manuel Rico
(trad. Marcela Filippi)

La nieve. La sorprendida nieve
cubre tu corazón, que es como el valle.
Como el valle de enero, luz helada. Aire en suspenso
como una larga duda
temblando bajo el humo de la tarde.

Llegamos de la nieve con los años al hombro. En esta tierra,
la de la eternidad imaginada, la infancia que perdimos
tiene en la nieve su más estricta luz, su posesión,
su amanecer, su aliento.
¿Quién olvida
esa luz fría que puso a nuestro alcance la mañana
de un enero perdido en la maleza? ¿No es acaso
parte de la memoria su fría longitud, tierra sin voz
su contextura?

Crecimos con su imagen
prendida a nuestros ojos, asediando la casa,
extenso territorio al que no se retorna.
No se vuelve a su luz. Tampoco a su silencio.
No se regresa al alba
que nos mostró la nieve un viejo enero.
                                                                       La manchó el tiempo.
Como barro, los días
destruyeron su luz inmaculada, esa tierra sin voz
donde muere la aurora,
se afirma la pisada, busca el lodo, las hierbas ateridas,
las cruel posesión que fue el invierno
bajo la blanca luz que recordamos.


La neve. La meravigliata neve 
copre il tuo cuore, che è come la valle.
Come la valle di gennaio, luce fredda. Aria sospesa
come un lungo dubbio
tremante sotto il fumo della sera.

Siamo arrivati ​​dalla neve con gli anni sulle spalle. In questa terra,
dell'eternità immaginata, l'infanzia che abbiamo perso
ha nella neve la sua luce più severa, il suo possesso,
il suo far giorno, il suo respiro.
Chi dimentica
quella luce fredda che mise alla nostra portata il mattino 
di un gennaio perso tra le erbacce? Non è forse
parte della memoria la sua fredda longitudine, terra senza voce
la sua struttura?

Siamo cresciuti con la sua immagine
accesa nei nostri occhi, assediando la casa,
vasto territorio al quale non si ritorna.
Non si ritorna alla sua luce. Neanche al suo silenzio.
Non si ritorna all'alba
che la neve ci ha mostrato in un vecchio gennaio. 
                                                                                 L''ha macchiata il tempo.
Come fango, i giorni
hanno distrutto la sua luce immacolata, quella terra senza voce
dove muore l'aurora,
si rafforza il passo, cerca il fango, le erbe intirizzite,
il crudele dominio che fu l'inverno
sotto la bianca luce che ricordiamo.

(De Quebrada luz y El muro transparente. Olifante. Ediciones de poesía, 2024) 

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