de/di Álvaro Valverde
(trad. Marcela Filippi)
Como en tantas
ciudades de Europa,
el bosque forma parte
de este sitio. La nieve
realza su misterio.
Paseamos sin prisa
por el jardín Knyazheska
(el de Boris),
por senderos
que pisas a diario.
Tus pasos son ahora
nuestros pasos.
Tu camino
coincide con el nuestro.
Los cantos emboscados
de los pájaros, las estatuas
de hombres admirables
o de simples tiranos,
las fuentes silenciosas,
algunos solitarios,
acompañan, discretos,
nuestro tránsito.
Llegamos al final,
al monumento dedicado
al poderoso ejército soviético.
En hierro, vencedores,
con ademán guerrero,
celebran su triunfo
mientras otros, vencidos,
se rinden al horror
de la derrota.
Unos y otros
se dan a la intemperie,
al óxido, al olvido.
Nos cuesta interpretar
esta imponencia
que nadie ya respeta.
La magnitud proporcional
a su insignificancia.
Come in tante
città d'Europa,
il bosco fa parte
di questo luogo. La neve
mette in risalto il suo mistero.
Passeggiamo senza fretta
attraverso il Giardino Knyazheska
(quello di Boris),
lungo i sentieri
che calpesti ogni giorno.
I tuoi passi sono ora
i nostri passi.
Il tuo percorso
coincide col nostro.
I canti nascosti
degli uccelli, delle statue
di uomini ammirevoli
o di semplici tiranni,
le fontane silenziose,
alcuni solitari,
accompagnano, discreti,
il nostro transito.
Arriviamo alla fine,
al monumento dedicato
al potente esercito sovietico.
In ferro, vincitori,
con gesto da guerriero,
celebrano il loro trionfo
mentre altri, sconfitti,
si arrendono all'orrore
della sconfitta.
Gli uni e gli altri
lasciati all'intemperie,
alla ruggine, all'oblio.
Facciamo fatica a interpretare
questa imponenza
che nessuno più rispetta.
La grandezza proporzionale
alla sua insignificanza.
(De Sobre el azar del mapa. Tusquets editores, Barcelona 2023)
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