de/di José Velz Otero
(trad. Marcela Filippi)
Cruzas los brazos
y piensas en filósofos y brujas
en lo que sueñan los hombres y en lo que nunca
se cumple
en la casa
en las fronteras del sueño y la realidad
en lo que piensan los vivos y no examinan
los muertos
los muertos
ya liberados del insomnio y la esperanza
los muertos
ya liberados
como el tuyo
de la duda
de lo falso del destino
de las garras del vivir
del infinito y del lastre del ansia y la eternidad
del laberinto y la espuma
reposa
respira
manda
que atranquen todas las puertas
y aseguren las ventanas
que nadie
adivine el gozo de su soledad fecunda
de la memoria y la herencia que entre la niebla
resuenan
que se apodere el silencio
de las estancias vacías
de los oscuros pasillos que conducen
a la cama donde sueña con el sueño
de la infancia y los propósitos
que no florecieron nunca
que no triunfaron
jamás
no vayas a despertarlo
en tu casa vive un muerto.
Incroci le braccia
e pensi ai filosofi e alle streghe
in ciò che sognano gli uomini e in ciò che mai
si compie
alla casa
ai confini del sogno e della realtà
in ciò che pensano i vivi e non esaminano
i morti
i morti
già liberati dall'insonnia e dalla speranza
i morti
già liberati
come il tuo
dal dubbio
dalla falsità del destino
dalle grinfie del vivere
dall'infinito e dal peso dell'ansia e dell'eternità
dal labirinto e dalla schiuma
riposa
respira
ordina
che sbarrino tutte le porte
e mettano in sicurezza le finestre
che nessuno
indovini la gioia della sua feconda solitudine
dalla memoria e l'eredità che tra la nebbia
risuonano
che il silenzio abbia il sopravvento
sulle stanze vuote
sui corridoi bui che conducono
al letto dove sogna con il sogno
dell'infanzia e dei propositi
che non sono mai fioriti
che non hanno trionfato
mai
non svegliarlo
nella tua casa vive un morto.
(De En tu casa vive un muerto. Ediciones En Huida, 2025)
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