de/di Francisca Aguirre
(trad. Marcela Filippi)
En la noche fui hasta el mar para pedir socorro
y el mar me respondió: socorro.
Fui hasta el mar y lo toqué
con cuidado, como se toca un animal equívoco,
un animal que se come la tierra
y en su límite último intenta confundirse con el cielo.
Fui hasta él con la inerme disposición
con que nos acercamos a lo desconocido
esperando una respuesta mayor que nuestra dolorosa pregunta.
Antes yo había mirado toda mi isla
para llevarla conmigo hasta su sal.
Había agrupado todo mi territorio en la retina
y fui con él al mar: era
tan suyo como mío.
Ítaca y yo fuimos al minotauro acuático
para pedir socorro
y el mar nos respondió: socorro.
Triste fiera: socorro.
Di notte sono andata fino al mare per chiedere aiuto.
e il mare mi ha risposto: aiuto.
Sono andata fino al mare e l'ho toccato
con cautela, come si tocca un animale equivoco,
un animale che mangia la terra
e nel suo limite estremo cerca di confondersi col cielo.
Sono andata da lui con l'inerme disposizione
con cui ci avviciniamo all'ignoto
aspettando una risposta più grande della nostra dolorosa domanda.
Prima avevo guardato tutta la mia isola
per portarla con me fino al suo sale.
Avevo raggruppato tutto il mio territorio nella retina
e sono andata con lui al mare: era
tanto suo quanto mio.
Itaca e io siamo andati dal minotauro acquatico
per chiedere aiuto
e il mare ci ha risposto: aiuto.
Triste belva: aiuto.
(De Prenda de abrigo. Olélibros, septiembre 2019)
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