de/di Alejandro Oliveros
(trad. Marcela Filippi)
Le secret de François
est à jamais celui de Dieu.
J.G.
Es cierto que el azul del cielo era más intenso
aquella tarde.
Un atardecer de septiembre, con su amarillenta luz
que se retiraba entre planicies y collados.
La brisa suave anunciaba los rigores invernales
sobre La Verna.
Extraño pareció ese día con sus avisos
y premoniciones.
Francisco sentía la necesidad insaciable
del dolor más grande.
¿Cómo justificar de otro modo esa existencia
inacabada, ese deseo omnipresente, ese anhelo?
Hermano León observa admirado. Quiere entender,
descifrar los movimientos de ese mendigo doloroso.
Descalzo, cruzado de remiendos, en ese momento
de la entrega.
A una hora de la noche, distante de sí mismo,
insomne en medio de sus criaturas somnolientas,
observa la rara luz en la noche desierta.
Los serafines amados, sus alas de fuego,
la quemada divina, las manos sangrantes y el
abierto costado.
Al fin, la revelación aguardada. El triunfo de laclaridad
sobre la agonía oscura.
La delicia y el tormento.
Siglos después, en Venecia, Giovanni Bellini
se entrega a la descripción del instante. Sudibujo
es preciso, su expresión elocuente.
El hermano Francisco interroga más que acepta.No soporta
el silencio. No perdona el vacío.
È vero che l'azzurro del cielo era più intenso
quella sera.
Un tramonto di settembre, con la sua luce giallastra
che si ritirava tra pianure e rilievi.
La dolce brezza annunciava i rigori invernali
sulla Verna.
Sembrò strano quel giorno con i suoi avvisi
e premonizioni.
Francesco sentiva il bisogno insaziabile
del dolore più grande.
Come giustificare in altro modo quell'esistenza
incompiuta, quel desiderio onnipresente, quell'anelito?
Frate Leone osserva ammirato. Vuole capire,
decifrare i movimenti di quel doloroso mendicante.
Scalzo, crociato di rammendi, in quel momento
dell'offrirsi.
A un'ora di notte, lontano da se stesso,
insonne tra le sue creature assonnate,
osserva la luce rara nella notte deserta.
Gli amati serafini, le loro ali di fuoco,
l'ustione divina, le mani sanguinanti e il
costato aperto.
Finalmente, l'attesa rivelazione. Il trionfo della chiarezza
sull'oscura agonia.
La delizia e il tormento.
Secoli dopo, a Venezia, Giovanni Bellini
si consegna alla descrizione dell'istante. Il suo disegno
è preciso, la sua espressione eloquente.
Il frate Francesco interroga più di quanto accetti. Non sopporta
il silenzio. Non perdona il vuoto.
(De Espacios en fuga - Poesía reunida 1974-2010- Colección La cruz del sur. Editorial Pre-Textos 2012)
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