de/di Olalla Castro
(trad. Marcela Filippi)
Los turistas que llegan a Ushuaia
suben al Tren del Fin del Mundo,
se ajustan los auriculares
y pulsan un botón hasta dar con su lengua.
El folleto promete que quien pague su tique
escuchará la historia de los presos
que construyeron la ciudad
y podrá deleitarse con paisajes bellísimos.
Nadie hablará de trabajo forzado,
mencionará cadenas, dictadura, represión.
Al final del recorrido
los pasajeros podrán comprar una postal
donde se ve a los reclusos,
con su uniforme a rayas,
cavando entre la nieve.
Al fondo habrá un quiosco en el que vendan
café con chocolate y doraditas
I turisti che arrivano a Ushuaia
salgono sul Treno della Fine del Mondo,
si mettono gli auricolari
e premono un pulsante finché non trovano la loro lingua.
Il depliant promette che chi paga il biglietto
ascolterà la storia dei prigionieri
che hanno costruito la città
e potrà deliziarsi con paesaggi bellissimi.
Nessuno parlerà di lavoro forzato,
menzionerà catene, dittatura, repressione.
Alla fine del percorso
i passeggeri potranno comprare una cartolina
dove si vedono i reclusi,
con la loro uniforme a righe,
scavando nella neve.
Sullo sfondo ci sarà un chiosco dove vendono
caffè con cioccolata e salatini.
(Del libro Todas las veces que el mundo se acabó. II Premio Internacional de Poesía. Ciudad de Estepona. Editorial Pre-Textos, 2022)
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