de/di Luis Alberto de Cuenca
(trad. Marcela Filippi)
En homenaje a Olaf Stapledon por su Star Maker (1937)
Fue una noche de insomnio y corazón doliente.
El miedo se me había encaramado al alma
y hui despavorido de mi casa sin rumbo,
hacia quién sabe dónde. Mis pasos me llevaron
a una colina próxima, sorteando la espesura
que obstruía el camino. Conforme iba subiendo,
se alineaban resquicios de luz que transmitían
vida tras las persianas bajadas de los hombres.
El mar era una sombra gigantesca, un coloso
del color de la muerte. Más allá de esa sombra
se presentía un faro. La oscuridad, arriba,
lo dominaba todo salvo las tenues luces
del pueblo, que aliviaban la tiniebla absoluta.
Distinguí nuestra casa, aquel lugar maldito
de donde había huido, y vi que era otro islote
de luz en el océano de la negrura eterna,
y supe que podría, al regresar, contaros
el principio y el fin del universo, gracias
a lo que pude ver desde aquella colina.
In omaggio a Olaf Stapledon per il suo Star Maker (1937)
Fu una notte d'insonnia e cuore dolente.
La paura mi si era inerpicata fino all'anima
e fuggii terrorizzato dalla mia casa senza meta,
verso chissà dove. I miei passi mi portarono
a una collina vicina, schivando la boscaglia
che ostruiva il cammino. Compiaciuto salivo,
si allineavano spiragli di luce che trasmettevano
vita dietro le persiane abbassate dagli uomini.
Il mare era un'ombra gigantesca, un colosso
dal colore della morte. Al di là di quell'ombra
si presentiva un faro. L'oscurità, in alto,
dominava tutto tranne le tenui luci
del paese, che alleviavano il buio assoluto.
Distinsi la nostra casa, quel luogo maledetto
da dove ero fuggito, e vidi che era un altro isolotto
di luce nell'oceano dell'eterna oscurità,
e seppi che avrei potuto, una volta ritornato, raccontarvi
il principio e la fine dell'universo, grazie
a ciò che avevo potuto vedere da quella collina.
(Del libro Después del paraíso. Colección Palabra de Honor nro 38. Visor Poesía, Madrid 2021)
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