de/di Manuel López Azorín
(trad. Marcela Filippi)
Te cansaste Penélope, tejiendo,
de esperar y esperar y ser sumisa
y tu canto fue entonces
la canción de los héroes
con los mismos derechos a viajar,
a la vida, al amor,
al llanto y a la risa.
El héroe, enamorado,
supo entonces del llanto consumido
entre tanta madeja y tanto tiempo
y le costó trabajo y muchas lágrimas
acostumbrarse a ser
otra rama del tronco de aquel árbol
que fuera sólo suyo.
Y te lloró al principio
de la misma manera, el mismo llanto,
para buscar después, tras de las lágrimas,
y gracias a ese canto inigualable,
un lugar justo al lado
en este viaje hacia la misma tierra.
Ti sei stancata Penelope, tessendo,
di aspettare e aspettare e di essere sottomessa
e il tuo canto fu allora
la canzone degli eroi
con gli stessi diritti di viaggiare,
verso la vita, verso l'amore,
verso il pianto e verso il sorriso.
L'eroe, innamorato,
seppe allora del pianto versato
tra tanta matassa e tanto tempo
e gli è costato fatica e molte lacrime
abituarsi ad essere
un altro ramo del tronco di quell'albero
che fosse suo soltanto.
E ti pianse in principio
nella stessa maniera, lo stesso pianto,
per cercare poi, dietro le lacrime,
e grazie a quel canto ineguagliabile,
un posto proprio accanto
in questo viaggio verso la stessa terra.
(de Amar es mi ejercicio, 1997)
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