de/di Enrique Solinas
(trad. Marcela Filippi)
a Mascha kaléko
La primera vez que morí fue
cuando murió mi madre.
El hospital era negro como el cielo
y su respiración cesó
como cuando el viento calla.
La segunda vez que morí fue
cuando murió mi padre.
El hospital era claro como el sol
y todos teníamos la certeza
de lo que iba a suceder.
Pero la tercera vez que morí,
aún sigue sucediendo.
Todo fue de repente
y el amor no alcanzó
para que te quedaras.
Enterré tu memoria
en mi corazón
y allí existe intacta.
Ahora sé que no sé
–y esto es seguro–
si estaré muerto
y no me he dado cuenta
o si morí tantas veces,
pero tantas veces,
que ya no muero más.
a Mascha kaléko
La prima volta che sono morto fu
quando morì mia madre.
L'ospedale era nero come il cielo
e il suo respiro cessò
come quando tace il vento.
La seconda volta che sono morto fu
quando morì mio padre.
L'ospedale era chiaro come il sole
e tutti avevamo la certezza
di ciò che stava per succedere.
Ma la terza volta che sono morto,
ancora continua ad accadere.
Tutto fu all'improvviso
e l'amore non fu abbastanza
affinché tu rimanessi.
Ho seppellito la tua memoria
nel mio cuore
e lì esiste intatta.
Ora so che non so
–e questo è sicuro–
se, sono morto
e non mi sono reso conto
o se sono morto tante volte,
ma tante volte,
che ormai non muoio più.
(Del libro El Pozo y la cima. Editorial Pre-Textos, Valencia 2022)
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