mercoledì 14 settembre 2022

PRÍNCIPES DE LA NOCHE/PRINCIPI DELLA NOTTE

de/di Luis Alberto de Cuenca
(trad. Marcela Filippi)

La noche es un trasunto de la muerte
hoy como ayer, cuando la luz eléctrica
aún no martirizaba las ciudades
con su fulgor apócrifo.
Sí es cierto, sin embargo, que esa luz 
artificial transmite a los noctámbulos
valor y atrevimiento en cantidades
industriales (y nunca mejor dicho),
los mismos que prestaban a los héroes antiguos
un acero templado por el herrero Wieland 
o una lanza forjada por Hefesto. 
Yo creo que, de noche, mis colegas
de  especie  —ellos y ellas— deberían rezar
una oración a Crom, el dios salvaje
de Conan, escuchar los viejos mitos
de labios del chamán y, luego, arrebujados 
en la piel del antílope que cazaron la víspera, 
dormirse como ángeles.
Pero no me hacen caso: 
mi ciudad está llena de intrépidos vampiros
que no rezan a Crom, ni oyen historias
al amor de la lumbre, ni se duermen
tranquilos y agotados cuando la luz del día
se apaga. Son los príncipes de la noche, los reyes
del abismo. Se inyectan en el alma
la oscuridad de un Tiempo con mayúscula
que elude los relojes 
y, a la vez, nos anuncian con sus gestos
crispados y automáticos
la vanidad de todo.

La notte è una riproduzione della morte
oggi come ieri, quando la luce elettrica
non martirizzava ancora  le città
con il suo fulgore apocrifo.
È vero, però, che quella luce
artificiale trasmette ai nottambuli
coraggio e audacia in quantità
industriali (e mai detto meglio),
gli stessi che prestavano agli antichi eroi 
un acciaio temprato da Weland il fabbro
o una lancia forgiata da Efesto.
Credo che, di notte, i miei colleghi
di specie - essi ed esse - dovrebbero fare
una preghiera a Crom, il dio selvaggio
di Conan, ascoltare i vecchi miti
dalle labbra dello sciamano e, dopo, avvolti
nella pelle dell'antilope che nella vigilia hanno cacciato,
addormentarsi come angeli.
Ma non mi danno retta:
la mia città è piena di intrepidi vampiri 
che non pregano Crom, né ascoltano storie
accocolati al fuoco, né si addormentano
tranquilli ed esausti quando la luce del giorno
si spegne. Sono i principi della notte, i re
dell'abisso. Si iniettano nell'anima
l'oscurità di un Tempo con la maiuscola
che elude gli orologi
e, allo stesso tempo, ci annunciano con i loro gesti
bruschi e automatici
la vanità di tutto.

              (Del libro Cuaderno de vacaciones. Premio Nacional de Poesía 2015. Circulo  de lectores, Visor 2015)

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