de/di Miguel Ángel Yusta
(trad. Marcela Filippi)
Náufrago de tu nombre
llego a tus playas, Roma.
Ella agotó ya todos mis nombres.
Caen las sílabas en lagos de silencio
hacia un olvido cierto de piel y de distancia.
La noche se hace próxima
y la ausencia estremece las aceras grises.
Sólo la luz amarilla de la última pizzería
aparece como un faro al que llego sin fuerza.
En la estación Termini aún duermen los mendigos
las postreras horas del otoño
y apresuran sus pasos los últimos viajeros.
Intento revivir en mi cerveza helada
bajo la frialdad de los neones
el movimiento de su cuerpo ebrio de luz.
Y mis dedos pretenden dibujar
el imposible nombre de sus labios.
Al final de la noche, náufrago de su aliento,
me pierdo en la tormenta de mis sábanas
en un hotel dormido y solitario
cuando ya ni los perros habitan las esquinas.
Naufrago del tuo nome
giungo sulle tue spiagge, Roma
Lei ha esaurito tutti i miei nomi.
Cadono le sillabe in laghi di silenzio
verso un vero oblio di pelle e di distanza.
La notte è prossima
e l'assenza scuote i grigi marciapiedi.
Solo la luce gialla dell'ultima pizzeria
appare come un faro che raggiungo senza forze.
Dormono ancora alla stazione Termini i mendicanti
le ultime ore dell'autunno
e gli ultimi viaggiatori affrettano i loro passi.
Cerco di rivivere nella mia birra ghiacciata
sotto la freddezza dei neon
il movimento del suo corpo ebbro di luce.
E le mie dita pretendono di disegnare
l'impossibile nome delle sue labbra.
Alla fine della notte, naufrago del suo respiro,
mi smarrisco nella tormenta delle mie lenzuola
in un albergo spento e solitario
quando ormai nemmeno i cani abitano gli angoli delle strade.
(de Pasajero de otoño. Huerga & Fierro. 2018)
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