venerdì 19 febbraio 2021

AL FONDO DEL VERANO/IN FONDO ALL'ESTATE

de/di María Ángeles Pérez López

(trad. Marcela Filippi)


Al fondo del verano hay un caballo.

Relincha, se impacienta y acontece.

Sube inquieto, es espuma de los días.

Habla una lengua insólita que no predecimos.

Una lengua de viento y de vocales

que desestima el léxico del miedo:

ni látigo ni espuela ni talones

que chocan entre sí ruidosamente

cuando repliega, herido, las orejas,

el delicado modo de abrevar

en el agua enlutada de la sombra.


Al fondo del verano hay un caballo.

Le contaron que es hijo de los dioses

y las largas praderas azuladas

pero no le interesa nuestra mitología.

El oxígeno exhorta en su pulmón

el lenguaje veloz de lo invisible.

Lo que él tampoco alcanza a conocer.

Baja de las estatuas de los héroes

y franquea el verano y las tormentas

en su resuello eléctrico y salvaje.

Se sacude los nombres que le dimos:

ni tótem ni Pegaso ni abolengo.


Al fondo de ti, siempre hay un caballo.

Vocaliza palabras inauditas,

caligramas sonoros de la luz

que saltan de sus belfos y no mueren.

También tú, que te aferras a su cuello

y abrazas su dolor y su estatura

cuando alguien lo apalee con crudeza,

ruegas los caligramas de la luz.

Temblando te levantas y aconteces.


In fondo all'estate c'è un cavallo.

Nitrisce, si spazientisce e si rivela.

Sale inquieto, è schiuma dei giorni.

Parla una lingua insolita che non prediciamo.

Una lingua di vento e di vocali

che respinge il lessico della paura:

né frusta né sperone né talloni

scontrandosi l'un l'altro fragorosamente

quando piega , ferito, le orecchie, 

il delicato modo di bere

nell'acqua luttuosa dell'ombra.


In fondo all'estate c'è un cavallo.

Gli hanno raccontato che è il figlio degli dei

e delle lunghe praterie azzurre

ma non è interessato alla nostra mitologia.

L'ossigeno esorta nel tuo polmone

il linguaggio veloce di ciò che è invisibile.

Ciò che nemmeno lui riesce a conoscere.

Scende dalle statue degli eroi

e varca l'estate e le tempeste

nel suo respiro elettrico e selvaggio.

Si scrolla i nomi che gli abbiamo dato:

né totem né Pegaso né lignaggio.


In fondo a te c'è sempre un cavallo.

Vocalizza parole inaudite,

calligrammi sonori della luce

che saltano dal suo muso e non muoiono.

Anche tu, che ti afferri al suo collo

e abbracci il suo dolore e la sua statura

quando qualcuno lo colpisca con crudezza,

preghi i calligrammi della luce.

Tremando ti alzi e ti riveli.

                            

(de Verbos para el bosque. Colección Lima Lee. Municipalidad de Lima, 2020)

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