de/di Santos Domínguez Ramos
(trad. Marcela Filippi)
El recuerdo no es tiempo: el recuerdo es espacio.
Su lugar es la ausencia de paisajes perdidos,
oscurecido azogue que el tiempo araña y unge,
neveros de silencio contra la luz del sueño.
Y una silla vacía, diariamente vacía,
un hueco ensimismado que da razón de un nombre
al que ya no se espera y a los que lo despiden
con su última mirada y un pañuelo de luna entre los dedos.
Mina de sombra, tiempo de abismos y cristales,
óxido del crisol, perfil de la memoria
hacia un premonitorio reino de las raíces
donde germina el hueso y persiste el instante,
el cristal de espejismo sin luz de las ausencias.
Con la inminencia azul de los vestigios,
del viajero y su sombra se hace cargo la noche.
Il ricordo non è tempo: il ricordo è spazio.
Il suo luogo è l'assenza di paesaggi perduti,
argento vivo scurito che il tempo graffia e unge,
ghiacciai di silenzio contro la luce del sogno.
E una sedia vuota, quotidianamente vuota,
un buco assorto che fa fede a un nome
che non si aspetta più e a quelli che si congedano
con il loro ultimo sguardo
e un fazzoletto di luna tra le dita.
Miniera d'ombra, tempo di abissi e cristalli,
ossido del crogiolo, profilo della memoria
verso un premonitore regno delle radici
dove germina l'osso e persiste l’istante,
il cristallo di miraggio senza luce delle assenze.
Con l'imminenza blu delle vestigia,
del viaggiatore e della sua ombra se ne fa carico la notte.
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