martedì 26 febbraio 2019

EL DUEÑO DEL ECLIPSE/IL SIGNORE DELL’ECLISSI

de/di Santos Domínguez Ramos
(trad. Marcela Filippi)

Agria exprime la tarde su zumo de luz verde,
da cristales, perfiles
de juncos y cuchillos,
prontuarios de arena y pechos de ceniza
donde se aloja el tiempo y se niega la sangre.

Esquivos como peces,
allí posan el sueño y el latido
su vocación etérea, su fugaz flor de hielo.

Porque la tarde es esto: el ciervo y la serpiente,
la inocencia y el rastro reptil de lo caído:
la brújula y las horas, el aire fermentado
con el zumo amarillo de la luz de septiembre.

El dueño del eclipse
asombra por igual a rosas y a serpientes,
a distantes estatuas en su frío con otoño.

La tarde iza en el viento su luz emparentada
con el hacha que quiebra
sobre otros laberintos de espejismos con límites
las nubes del limón amargo del recuerdo.


Aspra spreme la sera la sua essenza di luce verde,
dà cristalli, profili
di giunchi e coltelli,
prontuari di sabbia e petti di cenere
dove si alloggia il tempo ed si rifiuta il sangue.

Schivi come pesci,
lì posano il sogno e le palpitazioni 
la loro vocazione eterea, il loro fugace fiore di gelo.

Perché la sera è questo: il cervo e il serpente,
l'innocenza e la traccia rettile di ciò che è caduto:
la bussola e le ore, l'aria fermentata
con l’essenza gialla della luce di settembre.

Il signore dell'eclissi
stupisce nello stesso modo rose e serpenti,
e statue distanti nel loro freddo con autunno.

La sera issa al vento la sua luce imparentata
con l'ascia che spezza
su altri labirinti di miraggi con limiti
le nuvole del limone amaro del ricordo.


(del libro El dueño del eclipse. XXXII Premio de Poesía Ciudad de Badajoz. Algaida Poesía, 2014)

Nessun commento:

Posta un commento