La aurora/L’aurora
de/di Federico García Lorca
(trad. Marcela Filippi)
La aurora llega y nadie la recibe en su boca
porque allí no hay mañana ni esperanza posible.
A veces las monedas en enjambres furiosos
taladran y devoran abandonados niños.
Los primeros que salen comprenden con sus huesos
que no habrá paraíso ni amores deshojados;
saben que van al cieno de números y leyes,
a los juegos sin arte, a sudores sin fruto.
La luz es sepultada por cadenas y ruidos
en impúdico reto de ciencia sin raíces.
Por los barrios hay gentes que vacilan insomnes
como recién salidas de un naufragio de sangre.
L'aurora di New York ha
quattro colonne di fango
e un uragano di nere colombe
che sguazzano nelle acque putride.
L'aurora di New York geme
nelle immense scalinate
cercando tra gli spigoli
nardi di angoscia disegnata.
L'aurora arriva e nessuno la riceve in bocca
perché non c'è domani né speranza possibile.
A volte le monete in sciami furiosi
trapanano e divorano bambini abbandonati.
I primi che escono comprendono con le loro ossa
che non ci sarà paradiso né amori sfrondati;
sanno che vanno al fango di numeri e leggi,
ai giochi senz’arte, a sudori senza frutto.
La luce è sepolta da catene e rumori
in impudica sfida di scienza senza radici.
Nei sobborghi c'è gente che barcolla insonne
come appena scampata a un naufragio di sangue.
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