de/di Santos Domínguez Ramos
(trad. Marcela Filippi)
Tiene el nombre piadoso de un príncipe perdido,
de un muerto prematuro. Tal vez ese destino
ha marcado su historia. Fue teatro y fortaleza
y anularon su gloria el tiempo y los incendios.
Nos lo cuenta Suetonio:
cuando lo inauguraron se evocó a aquel fantasma
–se derrumbó la silla de Augusto el invencible–
en la estatua de bronce dorado de Marcelo.
Hoy lo ve el pasajero que se acerca a sus arcos:
en su espacio inasible
hay una confusión de tiempos y de formas,
se suman las edades en un raro desorden
de mármol africano con arcos y ladrillos,
de piedra de volcán con cal y travertino.
Tal vez la historia es eso:
un caos que superpone formas, tiempos y hombres
en la fragilidad de la memoria.
Ha il nome pietoso di un principe perduto,
di un morto prematuro. Forse quel destino
ha segnato la sua storia. Fu teatro e fortezza
e annullarono la sua gloria il tempo e gli incendi.
Ce lo dice Svetonio:
quando lo inaugurarono, fu evocato quel fantasma
–crollò la sedia di Augusto l'invincibile–
sulla statua di bronzo dorato di Marcello.
Oggi il passante che si avvicina ai suoi archi lo vede:
nel suo spazio inafferrabile
c'è una confusione di tempi e di forme,
si sommano le età in uno strano disordine
di marmo africano con archi e mattoni,
di pietra di vulcano con calce e travertino.
Forse la storia è questo:
un caos che sovrappone forme, tempi e uomini
nella fragilità della memoria.
(De Cuaderno Italiano)
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