de/di Francisco Caro
(trad. Marcela Filippi)
A la mitad de marzo,
del cuaderno
que mi mano escribía,
me nació preguntarte sobre qué significa
–mientras muere la gente–
seguir con las palabras
construir un poema, respondiste,
es trazar un camino
y que por él transiten
la verdad intranquila,
fragmentos de la vida y de la muerte,
un mundo acostumbrado
que se enfrenta
a un mundo sin costumbre
es vagar en sospecha, un camino
donde queden abiertos
–siempre y a todos–
los dos puntos de fuga.
A metà marzo,
del quaderno
che la mia mano scriveva,
mi è venuto da chiederti cosa significhi
-mentre le persone muoiono-
continuare con le parole?
costruire una poesia, hai risposto,
è tracciare un cammino
e che lungo questo transitino
la verità inquieta,
frammenti della vita e della morte,
un mondo abituato
che affronta
un mondo senza abitudine
è vagare con sospetto, un cammino
dove rimangano aperti
–sempre e a tutti–
i due punti di fuga.
(Del libro En donde resistimos. Premio Valencia. Poesia Hiperión, 2021)
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