de/di Luis Alberto de Cuenca
(trad. Marcela Filippi)
El mar de Homero ríe para ti,
que te acodas desnuda en la baranda
en busca de aire fresco, con la copa
de néctar en la mano, mientras vienen
y van los invitados por la fiesta
que has dado en el palacio de tu padre.
El aire puro inunda tus pulmones
y el néctar se te sube a la cabeza.
Llega entonces el hombre de tu vida
a la terraza. Es una hermosa mezcla
de fortaleza y sabiduría.
Ulises es su nombre. Tú no ignoras
que pasará de largo. Ya soñaste
su desdén tantas veces… Pese a todo,
el brillo de tus ojos insinúa:
«No me canso de verte». Y tus oídos
reclaman: «Háblame, dame palabras
para vivir». Y con el sexo dices:
«Dueño mío, haz de mí lo que te plazca».
Todo es entrega en ti, dulce Nausícaa.
Pero él está aburrido de la fiesta,
perdido en el recuerdo de su patria,
y no se fija en ti, ni en ese cuerpo
de diosa acribillado de mensajes
que nunca llegarán a su destino.
Il mare di Omero ride per te,
che ti appoggi nuda alla balaustra
in cerca d'aria fresca, con il calice
di nettare in mano, mentre vengono
e vanno gli invitati alla festa
che hai dato nel palazzo di tuo padre.
L'aria pura inonda i tuoi polmoni
e il nettare ti sale alla testa.
Poi giunge l'uomo della tua vita
sulla terrazza. E' una bellissima fusione
di forza e di saggezza.
Ulisse è il suo nome. Tu non ignori
che andrà oltre. Hai sognato
il suo disdegno tante volte... Malgrado ciò,
la radiosità dei tuoi occhi insinua:
«Non mi sazio di guardarti». E le tue orecchie
reclamano: «Parlami, dammi parole
per vivere». E col sesso dici:
«Mio padrone, fai di me ciò che vuoi».
Tutto è abbandono in te, dolce Nausicaa.
Ma lui è tediato dalla festa,
smarrito nel ricordo della sua patria,
e non si accorge di te, né di quel corpo
di dea crivellato di messaggi
che mai giungeranno a destinazione.
in cerca d'aria fresca, con il calice
di nettare in mano, mentre vengono
e vanno gli invitati alla festa
che hai dato nel palazzo di tuo padre.
L'aria pura inonda i tuoi polmoni
e il nettare ti sale alla testa.
Poi giunge l'uomo della tua vita
sulla terrazza. E' una bellissima fusione
di forza e di saggezza.
Ulisse è il suo nome. Tu non ignori
che andrà oltre. Hai sognato
il suo disdegno tante volte... Malgrado ciò,
la radiosità dei tuoi occhi insinua:
«Non mi sazio di guardarti». E le tue orecchie
reclamano: «Parlami, dammi parole
per vivere». E col sesso dici:
«Mio padrone, fai di me ciò che vuoi».
Tutto è abbandono in te, dolce Nausicaa.
Ma lui è tediato dalla festa,
smarrito nel ricordo della sua patria,
e non si accorge di te, né di quel corpo
di dea crivellato di messaggi
che mai giungeranno a destinazione.
(De Los mundos y los días. Poesía 1970-2009. Colección Visor de Poesía. Madrid 2019)
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