lunedì 15 novembre 2021

ARTE POÉTICA/ARTE POETICA

de/di Freddy Castillo Castellanos

(trad. Marcela Filippi)


No sé bien si trata de un capricho

o de otra forma musical. Su ausencia

es un estilo fugado de mi sueño

que espera una luz de esa mirada.

Se trata también d este desnudo

corazón, consciente en su desvelo.


¿Qué busca aquel que en el desvelo

mueve su mano a ritmo de capricho,

preguntándole a algún desnudo

astro, si en las noches de ausencia

otras manos convocan la mirada

que todavía se escapa de sueño?


Porque también se trata de un sueño

persistente y febril en su desvelo,

que persigue con fervor una mirada,

una mirada que brote del capricho

(o del deseo de conjurar la ausencia)

y cante sola desde el papel desnudo.


A ratos interrogo en el desnudo

folio donde respiro, callo y sueño.

Y como un vago signo de ausencia

que se cubre, aflora en el desvelo,

bajo las alas del frágil capricho,

el lejano fulgor de su mirada.


Pero es un espejismo la mirada

en el espejo letal de tu desnudo

oficio, una nota más de ese capricho

que engaña de nuevo con el sueño.

No es posible salir de ese desvelo

de arideces rituales y de ausencia.


La poesía adviene como ausencia

y a pocos prodiga su mirada.

Un lezamiano súbito en desvelo

a veces esplende en el desnudo

horizonte del despierto sueño 

y luce, al fin, saciado mi capricho.


Mas, su capricho es ser la ausencia

y se borra el sueño y la mirada

y me vuelvo desnudo a mi desvelo.



Non so bene se si tratti di un capriccio

o di altra forma musicale. La sua assenza

è uno stile fuggito dal mio sogno

che aspetta una luce da quello sguardo.

Si tratta altresì di questo nudo

cuore, cosciente nella sua veglia.


Cosa cerca colui che nella veglia

muove la sua mano a ritmo di capriccio,

domandando a qualche nudo

astro, se nelle notti di assenza

altre mani convocano lo sguardo

che ancora scappa da un sogno?


Perché si tratta anche di un sogno

persistente e febbrile nella sua veglia,

che insegue con fervore uno sguardo,

uno sguardo che germogli dal capriccio

(o dalla voglia di scongiurare l'assenza)

e canti solo dalla carta nuda.


A tratti mi interrogo nel nudo

foglio dove respiro, taccio e sogno.

E come un vago segno di assenza

che si copre, emerge nella veglia,

sotto le ali del fragile capriccio,

il lontano fulgore del suo sguardo.


Ma è un miraggio lo sguardo

nello specchio letale del tuo nudo

uffizio, altra nota di quel nudo capriccio

che inganna di nuovo con il sogno.

Non è possibile uscire da quella veglia

di aridità rituali e di assenza.


La poesia avviene come assenza

e a pochi prodiga il suo sguardo.

Un repentino lezamiano in veglia

qualche volta risplende nel nudo

orizzonte del rianimato sogno 

e mostra, alla fine, sazio il mio capriccio.


Ma il suo capriccio è essere l'assenza

e si cancella il sogno e lo sguardo

e mi volgo nudo alla mia veglia.

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