sabato 27 novembre 2021

NO QUISIMOS TOCAR ESA INTEMPERIE/NON ABBIAMO VOLUTO TOCCARE QUELL'INTEMPERIE

 de/di Olalla Castro

(trad. Marcela Filippi)


No escuchamos a Heráclito.

Cuando él dijo «río» fingimos oír

al tiempo que volvíamos 

la espalda a la corriente.

No quisimos tocar esa intemperie,

aceptar que una onda minúscula en el agua

es capaz de borrar el rostro que espejea.


Esta fragilidad es lo que somos,

Heráclito lo dijo. 

Pero seguimos empeñados

en invocar al sueño 

con un sinfín de ovejas 

que repiten cada vez un idéntico salto.


Porque amasar a diario lo distinto 

implica aceptar que el pan sabe a otra cosa;

que los nombres que inventamos no nos sirven.


Non abbiamo ascoltato Eraclito.

Quando disse «fiume» abbiamo finto di sentire

il tempo al quale giravamo 

le spalle alla corrente.

Non abbiamo voluto toccare quell'intemperie,

accettare che un'onda minuscola nell'acqua

sia in grado di cancellare il volto che rispecchia.


Questa fragilità è ciò che siamo,

Eraclito lo disse.

Ma continuiamo ad essere impegnati

ad invocare il sogno

con infinite pecore

che ripetono ogni volta un identico salto.


Perché impastare quotidianamente ciò che è diverso

implica accettare che il pane abbia sapore di qualcos'altro;

che i nomi che inventiamo non ci servono.


          (Del libro Inventar el hueso. Premio Unicaja de Poesía 2018. Editorial Pre-Textos 2019)


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