de/di Juan Carlos Méndez Guédez
(trad. Marcela Filippi)
Años y años besando ranas le habían confirmado en una certeza: ningún beso
más apasionado, más excitante y delicioso, que esos en los que su boca y su lengua se
deleitaban en la piel rugosa, en la piel helada, en la piel pegajosa de una auténtica rana
en cuyo aliento vibraba aún el delicado sabor de una mosca atrapada al vuelo.
Por eso la mujer gritó aterrada al ver que la rana se transformaba en un relamido
príncipe. Sacó la pistola y lo aniquiló con un par de disparos.
Guardó el arma y se marchó a casa.
“Alguna vez debería besar a una mosca”, pensó.
Anni e anni baciando rane le avevano dato conferma di una certezza: nessun bacio
così appassionato, così eccitante e delizioso, come quelli in cui la sua bocca e la sua lingua si
dilettavano sulla pelle ruvida, sulla pelle gelata, sulla pelle appiccicosa di un'autentica rana
nel cui alito vibrava ancora il delicato sapore di una mosca colta in volo.
Ecco perché la donna urlò terrorizzata quando vide che la rana si trasformava in un principe
manierato. Estrasse la pistola e lo annichilì con un paio di spari.
Mise via l'arma e se ne andò a casa.
“Qualche volta devo aver baciato una mosca”, pensò.
(EL ÚLTIMO MAPA)
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