de/di Manuel Rico
(trad. Marcela Filippi)
La ventanilla del autobús nocturno es un espejo
deforme que me ofrece, desvaído,
el rostro de mi padre y me sumerge, de pronto,
en la duda, en la niebla, en la zozobra.
Soy yo, seguro, mas mi padre, envejecido y solo,
a una idéntica edad,
me mira extraño y me recuerda
lo poco de vida que le queda. He
cumplido, en el último octubre,
los años que él tenía
cuando sin despedirme,
me dio la soledad como legado.
Me siento raro, en parte desvalido,
ante la irreverencia de este espejo imprevisto,
ante la mirada glauca
de mi raíz convertida en mi rostro
arañado de años, y recuerdo
los días precedentes en la carpintería
ùvisitada a diario en un lugar al margen:
cruzaba la ciudad en los amaneceres
y volvía, con humo
de lejanas hogueras y cansancio,
a la casa que pronto dejaríamos
los más jóvenes.
He vuelto muchas veces
al mismo autobús que en esta noche
me recibe en silencio, casi sin pasajeros:
lugar que compartimos ignorados por todos.
Sus ventanillas y mi rostro algo más que maduro
dibujan su regreso: él y yo confundimos el tiempo,
acoplamos los rostros en el espejo oscuro
e imagino
las raras escaleras que he de bajar con él
cuando nadie nos mire.
Il finestrino dell'autobus notturno è uno specchio
deforme che mi offre, sbiadito,
il volto di mio padre e mi immerge, improvvisamente
nel dubbio, nella nebbia, nell'angoscia.
Sono io, certo, ma mio padre, invecchiato e solo,
alla stessa età,
mi guarda in modo strano e mi ricorda
quel po' di vita che gli rimane. Ho
compiuto, lo scorso ottobre,
gli anni ch'egli aveva
quando, senza salutarmi,
mi ha dato la solitudine come lascito.
Mi sento strano, in parte indifeso,
dinanzi all'irriverenza di questo specchio imprevisto,
dinanzi allo sguardo glauco
della mia radice trasformatasi nel mio volto
graffiato dagli anni, e ricordo
i precedenti giorni nella falegnameria
visitata quotidianamente in un luogo al margine:
attraversavo la città nelle albe
e tornavo, col fumo
di fuochi lontani e di stanchezza,
alla casa che presto avremmo lasciato
i più giovani.
Sono tornato molte volte
sullo stesso autobus che questa sera
mi riceve in silenzio, quasi senza passeggeri:
luogo che abbiamo condiviso ignorato da tutti.
I suoi finestrini e il mio volto più che maturo
tratteggiano il suo ritorno: lui ed io confondiamo il tempo,
accoppiamo i volti nello specchio scuro
e immagino
le strane scale che dovrò scendere con lui
quando nessuno ci guarderà.
(De Cuaderno de historia. Editorial Pre-Textos, Valencia 2021)
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