de/di Alejandro Oliveros
(trad. Marcela Filippi)
No ha debido ir a la guerra
Agamenón. Esa hija no
será olvidada. Y a una reina
no se ultraja impunemente.
Poco le costaba postergar
la partida y quedarse unos
días en Argos, al lado
de la alba hija de Tíndaro;
convencerla de la voluntad
de los dioses, llenarla
de caricias, hacerla reír,
decirle algo, mentirle.
Pero pudo más la vanidad
que la prudencia. La ceguera
sobre sus ojos como yunque
del cojo Hefesto. En mala hora
zarpaste Agamemón. El más
triste de los días, después
de malograr a Ifigenia,
la amada de Clitemnestra.
Ahora no sé qué va a pasar
cuando regreses. Bajo la red
de las estrellas he visto
el exceso en tu palacio.
Mejor haber nacido ciego
y alejado. Ojalá la luz
de la antorcha no llegue a Argos
o no esté yo ahí para verla.
Non sarebbe dovuto andare in guerra
Agamennone. Quella figlia non
sarà dimenticata. E a una regina
non la si oltraggia impunemente.
Poco gli sarebbe costato posticipare
la sua partenza e rimanere alcuni
giorni ad Argo, accanto
alla pallida figlia di Tindaro;
convincerla sulla volontà
degli dei, riempirla
di carezze, farla ridere,
dirle qualcosa, mentirle.
Ma fu più forte la vanità
che la prudenza. La cecità
nei suoi occhi come incudine
dello zoppo Efesto. Hai salpato
nell'ora sbagliata Agamennone.
Nel più triste dei giorni, dopo
aver rovinato Ifigenia,
l'amata di Clitennestra.
Ora non so cosa accadrà
quando tornerai. Sotto la rete
delle stelle ho visto
l'eccesso nel tuo palazzo.
Meglio essere nati ciechi
e lontano. Volesse il cielo
che la luce della torcia non arrivi
ad Argo o che io non sia lì per vederla.
(de Espacios en fuga. Editorial Pre-Textos 2012)
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