de/di Jorges Luis Borges
(trad. Marcela Filippi)
El gato blanco y célibe se mira
en la lúcida luna del espejo
y no puede saber que esa blancura
y esos ojos de oro que no ha visto
nunca en la casa, son su propia imagen.
¿Quién le dirá que el otro que lo observa
es apenas un sueño del espejo?
Me digo que esos gatos armoniosos,
el de cristal y el de caliente sangre,
son simulacros que concede al tiempo
un arquetipo eterno. Así lo afirma,
sombra también, Plotino en las Ennéadas.
¿De qué Adán anterior al paraíso,
de qué divinidad indescifrable
somos los hombres un espejo roto?
Il gatto bianco e celibe si guarda
nella lucida luna dello specchio
e sapere non può che quella bianchezza
e quegli occhi d’oro che non ha visto
mai nella casa, sono la sua propria immagine.
Chi gli dirà che l'altro che l’osserva
è solo un sogno dello specchio?
Mi dico che quei gatti armoniosi,
quello di cristallo e quello dal caldo sangue,
sono simulacri che concede al tempo
un archetipo eterno. Così afferma,
ombra anche lui, Plotino, nelle Enneadi.
Da quale Adamo anteriore al paradiso,
da quale divinità indecifrabile
siamo noi uomini uno specchio rotto?
(de La cifra, 1981)
Nessun commento:
Posta un commento