giovedì 13 febbraio 2020

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus/Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo/Vivamos, Lesbia mía, y amemos

de/di Catullo
(trad. dal latino S. Quasimodo/versione italiana e spagnolo sul confronto latino Marcela Filippi)
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum,
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.
(traduzione di Salvatore Quasimodo)

Vivamos, Lesbia mía, y amemos
y todos los murmullos de los viejos adustos
considerémoslos sólo monedas sin valor.
Los soles pueden ocultarse y volver a surgir;
cuando la breve luz muere con nosotros
dormiremos una noche perpetua.
Dame mil besos, y luego cien,
a continuación otros mil, luego cien más
luego otros mil, y después cien
y cuando serán miles y miles
los mezclaremos, para no saber
o para que no ponga
mal de ojo el envidioso
conociendo la cantidad de besos.
(versione di Marcela Filippi)

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo
e i mormorii dei vecchi adusti
consideriamoli tutti solo monete senza valore.
I soli possono tramontare e risorgere;
quando la breve luce muore con noi
dormiremo una notte perpetua.
Dammi mille baci, poi cento,
e ancora altri mille, e poi cento
e quando saranno migliaia
li mescoleremo, per no sapere
o perché non porti
malocchio l’invidioso
conoscendo la quantità di baci.
(versione di Marcela Filippi)

Nessun commento:

Posta un commento