de/di Antonio Colinas
(trad. Marcela Filippi)
Bien sabes que la tarde está vencida.
La ves cómo levanta las últimas palomas
del cipresal, cómo en un estertor interminable
aún vibra en cada pino.
Su ardor va por las lomas y allá abajo
deja su oro mejor entre las cúpulas del Arno.
Qué solemne tensión bajo tus ojos
cuando llega la sombra en oleadas de perfumes
y entreabres tus dos labios, solamente
para no decir nada, para mortificar a la Palabra.
Ibas por un momento a preguntarte
si tiene edad la noche en estas lomas.
Luego, te despreocupas, tú que tienes
como ave un caracol entre las manos
que, manso, haces sonar sobre Florencia.
Sai bene che la sera è giunta a termine.
La vedi come alza le ultime colombe
dal cipresseto, come in uno stertore interminabile
tuttora vibra su ogni pino.
Il suo ardore va lungo le colline e laggiù
lascia il suo oro migliore tra le cupole dell'Arno.
Che solenne tensione sotto i tuoi occhi
quando giunge l'ombra con flussi di profumi
e apri appena le tue due labbra, soltanto
per non dire nulla, per mortificare la Parola.
Stavi per un momento sul punto di chiederti
se la notte abbia età su queste colline.
Poi, non te ne curi, tu che hai
per volatile una lumaca tra le mani
che, con soavità, fai suonare su Firenze.
(de Sepulcro en Tarquinia, Piedras de Bérgamo)
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