de/di Aquiles Nazoa
(trad. Marcela Filippi)
Buen día, tortuguita,
periquito del agua
que al balcón diminuto de tu concha
estás siempre asomada
con la triste expresión de una viejita
que está mascando el agua
y que tomando el sol se queda medio
dormida en la ventana.
Buen día, tortuguita,
abuelita del agua
que para ver el día
el pescuecito alargas
mostrando unas arrugas
con que das la impresión de que llevaras
enrollada una toalla en el pescuezo
o una vieja andaluza muy gastada.
Buen día, tortuguita,
payasito del agua
que te ves más ridícula y más torpe
con tus medias rodadas
y el enorme paltó de hombros caídos
que llevas sobre ti como una carga
y con el que caminas dando tumbos,
moviendo ahora un pie y otro mañana
como una borrachita,
como una derrotada,
como un payaso viejo
que mira con fastidio hacia las gradas.
Buen día, tortuguita,
borrachito del agua…
¿De dónde vienes, di, con esos ojos
que se te cierran solos, y esa cara
de que en toda la noche no has dormido,
y esa vieja casaca
que se ve que no es tuya,
pues casi te la pisas cuando andas?
Buen día, tortuguita,
filósofo del agua
que te pasas la vida hablando sola,
porque si no hablas sola, ¿a quién le hablas?
¿Quién, a no ser un tonto atendería
a tus tontas palabras?
¿Ni quién te toma en serio a ti con esa
carita de persona acatarrada
y esa expresión de viejita chocha
que a tomar sale el sol cada mañana
y que se queda horas y horas medio
dormida en la ventana?
Buen día, tortuguita,
periquito del agua,
abuelita del agua,
payasito del agua,
borrachito del agua,
filósofo del agua…
Buongiorno, tartarughina
parrocchetto dell'acqua
che al balconcino del tuo guscio
stai sempre affacciata
con la triste espressione di una vecchietta
che sta masticando l'acqua
e mentre prende il sole rimane mezza
addormentata alla finestra.
Buongiorno, tartarughina,
nonnina dell'acqua
che per vedere il giorno
allunghi il colletto
mostrando delle rughe
dando l'impressione d’indossare un asciugamano
arrotolato al collo
o una vecchia sciarpa molto consumata.
Buongiorno, tartarughina,
pagliaccetto dell'acqua
che sembri più ridicola e goffa
con le tue calze avvoltolate
e l’enorme paltò dalle spalle cadenti
che porti con te come fosse un peso
e con cui cammini a capitomboli,
muovendo ora un piede e un altro domani
come un’ubriachina,
come una sconfitta
come un pagliaccio vecchio
che guarda con fastidio i gradini.
Buongiorno, tartarughina,
ubriachino dell'acqua ...
Da dove vieni, dì, con quegli occhi
che ti si chiudono da soli, e quella faccia
di chi non ha dormito tutta la notte,
e quella vecchia casacca
che si vede che non è tua,
perché quasi ci passi sopra quando cammini?
Buongiorno, tartarughina,
filosofo dell’acqua
che passi la vita a parlare da sola,
perché se non parli da sola, a chi parli?
Chi, a meno che non sia uno sciocco ascolterebbe
le tue sciocche parole?
Nemmeno chi ti prende sul serio con quel
faccino di persona incatarrita
e quell'espressione da vecchietta compiaciuta
che esce a prendere il sole ogni mattina
e che rimane ore e ore mezza
addormentata alla finestra?
Buongiorno, tartarughina
parrocchetto dell'acqua,
nonnina dell'acqua,
pagliaccetto dell'acqua,
ubriachino dell'acqua,
filosofo dell'acqua ...
Muchas gracias, Marcela, por tu estupenda traducción. En tus líneas italianas se siente la gracia enorme de "la tortuguita" de Aquiles Nazoa.
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