di/de Patrizia Cavalli
(trad. Marcela Filippi)
Ma a chi parlo quando parlo da sola? Parlo a qualcuno che non sono io. In verità non si parla mai da soli. Sì, parlo a qualcuno che non sono io. E' un'immagine interiore nella quale convergono velocemente e in modo frammentario tutti. E' una figura volatile fatta di volti in mutazione. Visti di sbieco, ognuno di essi raccoglie una parola, e ogni parola si intona a loro. E' l'interlocutore ideale: passivo, attento, benevolo e disponibile. Sono in compagnia di tutti e difatti sono allegra sono allegra quando parlo da sola. Non vengo contraddetta, non chiedo risposte o commenti. E' la parola che ridonda, entusiasta del propio suono, che saluta tutti e il mattino.
¿A quién le hablo cuando hablo sola? Le hablo a alguien que no soy yo. En verdad uno nunca habla solo. Sí, le hablo a alguien que no soy yo. Es una imagen interior en la que todos convergen de forma rápida y fragmentaria. Es una figura volátil hecha de rostros mutantes. Vistos oblicuamente, cada uno de ellos recoge una palabra, y cada palabra se entona con ellos. Es el interlocutor ideal: pasivo, atento, benévolo y disponible. Estoy en compañía de todos y, de hecho, me siento feliz cuando hablo sola. Nadie me contradice, no pido respuestas ni comentarios. Es la palabra que redunda, entusiasta con su sonido, que saluda a todos y a la mañana.
(dalla seconda parte Varietà del libro con passi giapponesi, ed. Einaudi 2019)
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