de/di Olalla Castro
(trad. Marcela Filippi)
¿Por qué siempre queréis una razón? Estoy cansada
de sostener vuestro miedo, vuestra ira, vuestra
pena. Estiráis cada pliegue de mí tratando
de convertirme en una tela lisa: o la loca o el
monstruo, o la pérfida o la enferma, o la pobre
o la perversa Medea. No os basta con saber
que lo hice, tenéis que hundir los brazos en mi
boca, hurgarme dentro buscando algo podrido,
cualquier cosa que parezca explicarlo.
Llevaos con vosotros vuestros nombres. Nunca los he
necesitado. Maté a mis hijos, sí, y ahora queréis
que se convierta lo que hice en una tiza,
dibujar con ella la línea divisoria que os devuelva
el sosiego, la frontera que os ponga a
vosotros a un lado, a la asesina de niños en el
otro. Pero, no lo olvidéis, la cal puede borrarse
con los dedos.
No entendéis que la verdad es un viento pasando entre
las cosas, moviendo como sábanas las cosas
que atraviesa. La vida tiene un tacto rugoso,
un cuerpo estriado. Nuestra casa es lo áspero,
la avalancha: el tronco que se desprende en la
crecida, la tierra marrón que el río arrastra. A
dormir a la intemperie para entender que
veces en la bondad hay algo turbio. Es necesario
también puede el cielo caérsenos encima.
Perché volete sempre una ragione? Sono stanca
di sostenere la vostra paura, la vostra ira, il vostro dolore.
Stirate ogni mia piega nel tentativo
di trasformarmi in una tela liscia: o quella della pazza oppure quella
del mostro, o della perfida, o della malata,
della povera o della perversa Medea. Non vi basta sapere
che l'ho fatto, dovete affondare le vostre braccia dentro la mia
bocca, frugare dentro cercando qualcosa di marcio,
qualsiasi cosa che sembri spiegarlo.
Portate con voi i vostri nomi. Non ne ho mai avuto
bisogno. Ho ucciso i miei figli, sì, e ora volete che ciò che ho fatto diventi gesso,
tracciare con esso la linea divisoria che vi restituisca la tranquillità,
il confine che vi metta da un lato,
e l'assassina di bambini nel lato opposto.
Ma non dimenticate, la calce può essere cancellata
con le dita.
Non capite che la verità è un vento che passa in mezzo
alle cose, agitando come lenzuola ciò
che attraversa. La vita ha un tatto ruvido,
un corpo striato. La nostra casa è l'aspro,
la valanga: il tronco che si stacca durante
la piena, la terra marrone che il fiume trascina.
A volte nella bontà c'è qualcosa di torbido. È necessario
dormire all'intemperie per capire
che anche il cielo può caderci addosso.
(Del libro Las Escritas. XXI Premio de Poesía Vicente Núñez. Deputación de Cordoba Berenice, 2022)