giovedì 15 agosto 2024

LAS CARIÁTIDES/LE CARIATIDI

de/di Antonio Rivero Taravillo
(trad. Marcela Filippi)

Nos marchábamos ya, visto el museo,
cuando allí aparecieron, increíbles,
en una sala en medio de la nada
como una nube. Eran las Cariátides:
las verdaderas, vivas, enigmáticas,
mutiladas, entera su belleza,
al pie de las postizas en la Acrópolis
con sus cuerpos sin alma y sin roturas
y con la otra hermana que faltaba
(si algo falta cuando está muy adentro).
Estuvimos a punto de no verlas
en su tribuna oculta entre paredes,
a la vista de todos como un sol
que deslumbra y se evade de los ojos.
Tan humanas –divinas–, nos verían
ellas marcharnos ciegos, desvalidos,
y una mueca sin duda, sonriendo,
cruzaría sus rostros desgastados.
Pero enhiestas las vimos, esperándonos
junto a una escalera que bajaba,
y que ascendió, por ellas, de repente.
Su piedra sostenía nuestro asombro.


Ce ne stavamo già andando, visto il museo,
quando apparvero lì, incredibili,
in una sala in mezzo al nulla
come una nuvola. Erano le Cariatidi:
quelle vere, vive, enigmatiche,
mutilate, intatta la loro bellezza,
ai piedi di quelle posticce nell'Acropoli
con i loro corpi senz'anima e senza rotture
e con l'altra sorella che mancava
(se manca qualcosa quando è molto dentro).
Fummo sul punto di non vederle
nella loro tribuna nascosta tra le mura,
in vista a tutti come un sole
che abbaglia e sfugge agli occhi.
Così umane –divine–, ci avranno visti
camminando ciechi, sprovveduti,
e una smorfia senza dubbio, sorridente,
avrebbe incrociato i loro volti consumati.
Ma dritte le abbiamo viste, aspettandoci
accanto ad una scala che scendeva,
e che ascese su di loro, all'improvviso.
La loro pietra sosteneva il nostro stupore.

                                                         (De Luna sin rostro. Editorial Pre-Textos, 2023)

 

Nessun commento:

Posta un commento