de/di Juan Carlos Méndez Guédez
(trad. Marcela Filippi)
Años y años besando ranas le habían confirmado una idea: ningún beso más apasionado, más excitante y delicioso, que esos en los que su boca y su lengua se deleitaban en la piel rugosa, en la piel helada, en la piel pegajosa de una auténtica rana en cuyo aliento vibraba el sabor de una mosca atrapada al vuelo. Por eso la mujer gritó aterrada al ver que la rana se transformaba en un relamido príncipe. Sacó la pistola y lo aniquiló con un par de disparos.Guardó el arma y se marchó a casa. “Alguna vez debería besar a una mosca”, pensó.
Anni e anni baciando rane gli avevano confermato un'idea: nessun bacio più appassionato, più eccitante e delizioso, di quelli in cui la sua bocca e la sua lingua si dilettavano nella pelle ruvida, nella pelle gelata, nella pelle appiccicosa di un’autentica rana nel cui respiro vibrava il sapore di una mosca presa al volo. Ecco perché la donna urlò terrorizzata nel vedere che la rana si trasformava in un lezioso principe. Estrasse la pistola e la annichilì con un paio di colpi. Mise via la pistola e se ne tornò a casa. "Qualche volta dovrei baciare una mosca", pensò.
(de El vals de Amoreira, Taller Blanco, Colombia 2019)
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