mercoledì 9 ottobre 2019

ESCRIBIR ES VOLVER, VOLVER/SCRIVERE E’ TORNARE, TORNARE

de/di Jose Carlos Cataño
(trad. Marcela Filippi)

Escribir es volver, volver
A la escritura donde
Quien vuelve muere
Y pasa inadvertido
Al mirar de otro
Que no mira, escribir
Es una espera que dibuja
Y borra por la noche la labor,
Deshaciendo la noche la labor
De bordar con letras pintadas
La noche, la escritura
Enhebra estrellas en el paño
Oscuro de un vestido que pasea
Encima de un puente o en la mirada
Que sigue la ida y vuelta de una cara
Indiferente,
Así somos el que regresa
Y el que espera esa vuelta,
El ser saqueado que a la orilla vuelve
Y la orilla ignota y saqueante,
Lo uno y lo otro,
Separados por el clavo de la conjunción,
Esto y aquello, el rostro que se apaga
Y lo que al fin nos dice y nos desliza
En el olvido,
Quebrando las costillas de la barca,
Las costillas del cielo y de la mente,
Definitivamente la ilusión
En el estallido final de la claridad.

Scrivere è tornare, tornare
Alla scrittura dove
Chi torna muore
E passa inavvertito
Nel guardare di un altro
Che non guarda, scrivere
E' un'attesa che disegna
E cancella di notte il lavoro,
Disfacendo la notte il lavoro
Del ricamare con lettere dipinte
La notte, la scrittura
Inanella le stelle nel panno
Scuro di un vestito che passeggia
Su un ponte o nello sguardo
Che segue l'andata e il ritorno di un volto
Indifferente,
Quindi siamo noi che torniamo
E che aspettiamo quel ritorno,
L'essere saccheggiato che alla riva torna
E la riva ignota che saccheggia,
L'uno e l'altro,
separati dal chiodo della congiunzione,
Questo e quello, il volto che si spegne
E ciò che alla fine ci dice e ci fa scivolare
Nell'oblio,
Rompendo le costole della barca,
Le costole del cielo e della mente
Definitivamente l'illusione
Nell'ultima esplosione della chiarezza.


(del libro Para enterrar a los muertos en las palabras)

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