de/di Santos Domínguez Ramos
(trad. Marcela Filippi)
Se ha posado en el mármol de una fuente secreta
un pájaro de hielo.
Ha bajado del vuelo oracular del sueño
al ámbito sagrado del incienso y la flauta.
Lienzos blancos y espejos, antorchas y perfumes
convocan a la diosa que llora y que navega
coronada de loto desde su tiempo en giro
antes que nos deslumbre la luz del espejismo,
el eco misterioso de la caverna blanca.
Pero vuelve la noche profunda de los astros
y el pájaro, de pronto, ha levantado el vuelo.
Si è posato sul marmo di una fontana segreta
un uccello di ghiaccio.
È sceso dal volo oracolare del sogno
all'ambito sacro dell'incenso e del flauto.
Teli bianchi e specchi, torce e profumi
convocano la dea che piange e che naviga
coronata di loto dal suo tempo in giro
prima che ci abbagli la luce del miraggio,
l'eco misterioso della caverna bianca.
Ma torna la notte profonda degli astri
e l'uccello, all'improvviso, si è levato in volo.
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