sabato 23 gennaio 2021

EL PESO DE LA YERBA/IL PESO DELL'ERBA

de/diValentin Martin

(trad. Marcela Filippi)


Le estoy cogiendo gusto a esto de ser viejo

sumar más dudas de año en año,

ver cómo se esfuma alguna certeza que quedaba,

a que tantos amigos de antes sean ahora tan pocos.


Se van las devociones que me prometieron

amor eterno y resultó que era solo un contrato

con mi rentabilidad y su ambición tan noble.


No les condenéis, hay que entenderlos,

para ellos la vida tampoco es fácil

y nadie en sus cabales pondría la suya

a mi nombre tan barato que por no tener

no cuenta ningún futuro en las heredades.


Ya todos se nombran unos a otros

con letras que sugieren porvenires de aristocracia

porque con el apellido no pueden los funcionarios 

aquellos que te prohibían llamar Libertad a una hija

o Tronsky a un perro, o a un gato  Comandante.


Debéis abrir la mente a los nuevos matarifes.


Por qué mentar un compromiso si nadie sabe

para qué sirve, lo mismo que los contubernios

ya no alcanzan a fumigar a un triste Fray Escoba

y otras menudencias para escribir un currículo

con posibilidades universitarias de Carrefour,

o con suerte un puesto de organista eclesiástico 

y de cantautor en bares con alegres muchachas

que no exijan el derecho de admisión a los abstemios.


Tened paciencia,

que es algo que con las prisas se pierde mucho.


Miradme a mí, observad mi poca estatura

en una sociedad tan exigente con los ciudadanos.

Por mucho corega que le ponga a mis dientes

postizos, y me cambie de ropa interior por las tardes,

no me atrevería tampoco a besar a Anthony Hopkins.


Que los besos de los viejos dan mucha risa

y algún asquito, para qué engañarnos,

está en el guión de la propia vida que se va

por donde vino y nunca supimos si fue estela

en la mar o el camino que se deshace al desandar.



Ci sto prendendo gusto ad essere vecchio

sommare più dubbi di anno in anno,

vedere come sfuma qualche certezza rimasta,

che i tanti amici di prima ora siano così pochi.


Spariscono le devozioni che mi avevano promesso 

amore eterno e si è scoperto essere solo un contratto

con la mia redditività e la sua ambizione così nobile.


Non condannateli, bisogna capirli,

anche per loro la vita non è facile

e nessuno sano di mente darebbe la propria

per il mio nome così economico  e che per non avere

non ha alcun futuro nelle eredità.


Ormai tutti si nominano a vicenda

con lettere che suggeriscono un domani d'aristocrazia

perché non possono usare il cognome i funzionari

quelli che ti proibivano chiamare una figlia Libertà

o Tronsky un cane, o un gatto Comandante.


Dovete aprire la  mente ai nuovi macellai.


Perché proferire un impegno se nessuno sa

a cosa serva? così come le prepotenze che non possono

più avvolgere nel fumo nemmeno un triste Fray Escoba*

e altre sciocchezze per scrivere un curriculum

con possibilità universitarie da Carrefour,

o con fortuna un posto da organista ecclesiastico

e come cantautore nei bar con allegre ragazze

che non esigano il diritto di ammissione agli astemi.


Abbiate pazienza,

che è qualcosa che nella fretta si perde molto.


Guardatemi, osservate la mia scarsa statura

in una società così esigente con i cittadini.

Per quanta colla metta ai miei denti

posticci, e cambi la mia biancheria intima tutte le sere,

non oserei baciare nemmeno Anthony Hopkins.


I baci dei vecchi fanno molto ridere

e un po' schifo, perché ingannarci?

è nel copione della vita stessa che se ne va

da dove è venuta e, mai abbiamo saputo se sia stata scia

nel mare o il cammino che si dissolve ripercorrendolo.


* Frate scopa. Si fa riferimento all'umile  Martín de Porres o Martin de la Carité  (Lima, 9 dicembre 1579 - Lima, 3 novembre 1639) il cui unico compito era quello di spazzare il convento.


Nessun commento:

Posta un commento