de/di Victor Oliveira Mateus
(trad. Marcela Filippi)
Lo que duele no son las rupturas, el alejamiento,
la incapacidad minando como un cáncer
oculto y certero. Lo que duele no es
la poca solidez con que se dijo
esta o aquella palabra, esta o aquella frase;
con que se insistió, a pesar de recelos vários,
en la grotesca escenificación de lo que se preveía
muy próximo a cualquier futuro. Lo que duele
no es la viscosidad de las emociones inscribiéndose
en algún mapa anticipadamente condenado,
ni tampoco la insistencia de un indisoluble
recuerdo escapando. Lo que duele verdaderamente
es despertar un día y descubrir
que nada de eso tuvo importancia alguna.
Quel che fa male non sono le rotture, l’allontanamento
l’incapacità che minano come un cancro
occulto e sicuro. Quel che fa male non è
la scarsa fermezza con cui si è detta
questa o quella parola, questa o quella frase,
con quell’insistere, nonostante le numerose perplessità,
nella grottesca messa in scena di ciò che si prevedeva
molto prossimo a qualsiasi futuro. Quel che fa male
non è la resistenza delle emozioni che si va registrando
in qualche tracciato, anticipatamente condannato,
e neanche l’insistenza di un indissolubile
ricordo in fuga. Quel che fa male veramente
è svegliarsi un giorno e scoprire
che nulla di tutto ciò abbia avuto qualche importanza.
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