de/di Carlos Alcorta
(trad. Marcela Filippi)
Parece regresar del reverso del mundo.
Está sentado en una posición majestuosa,
circunspecta, igual que Lincoln
o un Menéndez Pelayo
sin gaviotas en la cabeza.
Lo veo con los ojos de la imaginación,
porque mis párpados están cerrados.
Mira hacia el infinito,
como si, por un momento, albergara
la idea de incorporarse
y caminar por un espacio vacío,
por ese terreno invisible —lo supone
alfombrado por hierba joven
que media entre ambos.
No presenta un aspecto fantasmal.
Su eventual presencia se concreta
en mi firme deseo de verlo de nuevo.
Guarda un infranqueable y misterioso
mutismo, pero quizá ha vuelto para revelarme
el despacho que certifica la muerte de un hermano
o el traslado de cárcel de su padre,
como si fuera un adivino
o un Cacciaguida deslenguado.
Teme que se me olvide. Quiere recordarme
lo que me dijo tantas veces,
que un ser humano sin principios
carece de valor, es un espantapájaros.
Él ha llegado ya a ese punto
en el que no le importan las conductas
y los actos de nadie, salvo los de sus hijos,
por eso, aunque traspasa
paredes y su aliento no apaga las velas,
son para mí sus convicciones
la verdadera palabra de Dios
la que conserva viva la memoria de un hombre.
Sembra tornare il reverso del mondo.
È seduto in una posizione maestosa
circospetta, come Lincoln
o un Menéndez Pelayo
senza gabbiani sulla testa.
Lo vedo con gli occhi dell'immaginazione,
perché le mie palpebre sono chiuse.
Guarda verso l'infinito,
come se, per un momento, albergasse
l'idea di incorporarsi
e camminare lungo uno spazio vuoto,
attraverso quel terreno invisibile –lo suppone
tappezzato da erba giovane—
che intercede fra entrambi.
Non presenta un aspetto spettrale.
La sua eventuale presenza si concretizza
nel mio fermo desiderio di vederlo di nuovo.
Mantiene un impenetrabile e misterioso
mutismo, ma forse è tornato per rivelarmi
una comunicazione che certifica la morte di un fratello
o il trasferimento di carcere di suo padre,
come se fosse un indovino
o un Cacciaguida sboccato.
Teme che possa dimenticare. Vuole ricordarmi
quello che mi ha detto tante volte,
che un essere umano senza principi
difetta di valore, è uno spaventapasseri.
Lui è ormai giunto a quel punto
in cui non gli importa dei comportamenti
e delle azioni di nessuno, tranne quelli dei suoi figli,
perciò, anche se trapassa
pareti e il suo respiro non spegne le candele,
sono per me le sue convinzioni
la vera parola di Dio,
quella che mantiene viva la memoria di un uomo.
(De Aflicción y equilibrio. Calambur Poesía)
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