de/di Alejandro Oliveros
(trad. Marcela Filippi)
Con la mudanza
hemos dejado, sin puertas
ni ventanas,
los objetos en una caja.
La máscara veneciana
de un año nuevo lejano,
la jaula con sus helechos
y un búho de porcelana.
Se quejan en su silencio,
y por la noche sentimos
la tristeza de sus gestos;
un diálogo interrumpido,
más preciso y más sincero.
Yo siempre me he sentido
de parte de las cosas;
desde mi primer libro,
llamado Espacios,
donde canté sus alegrías
y penas a nuestro lado.
Cuando me toque el exilio,
se quedarán en la casa,
absortos ya y callados,
los objetos en una caja.
Con il trasferimento
abbiamo lasciato, senza porte
né finestre,
gli oggetti in una scatola.
La maschera veneziana
di un lontano capodanno,
la gabbia con le sue felci
e un gufo di porcellana.
Si lamentano nel loro silenzio,
e di notte sentiamo
la tristezza dei loro gesti;
un dialogo interrotto,
più preciso e più sincero.
Mi sono sempre sentito
dalla parte delle cose;
fin dal mio primo libro,
intitolato Spazi,
nel quale ho cantato le loro gioie
e dispiaceri accanto a noi.
Quando toccherà a me l'esilio
resteranno in casa
ormai assorti e in silenzio,
gli oggetti in una scatola.
(del libro inédito Exilios)
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