martedì 3 marzo 2020

LOS JUSTOS/I GIUSTI

de/di Jorge Luis Borges
(trad. Marcela Filippi)
Un Hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silenzioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El quel justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Colui che ringrazia che ci sia musica sulla terra.
Colui che scopre con piacere un'etimologia.
Due impiegati che in un bar del Sud giocano silenziosi a scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che potrebbe non piacergli.
Una donna e un uomo che leggono i terzetti finali di un certo canto.
Colui che accarezza un animale addormentato.
Colui che giustifica o vuole giustificare un torto ricevuto.
Colui che ringrazia che sulla terra ci sia Stevenson.
Colui che preferisce che gli altri abbiano ragione.
Quelle persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

(“La Cifra”, 1981)

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