de/di Luis Miguel Rabanal
(trad. Marcela Filippi)
Se escuchan pisadas en nuestro corazón
y es un hombre que llega cansado
y que se ofrece para cualquier apuro.
A cambio de comida emborronará la inocencia
y desde un cuarto lóbrego, frente a un vaso
de algo, nos contará historias
de días ajenos e impasibles,
igual que la ternura: un delito estremecedor
o una vaga memoria que informe de personas
que amamos y no están ya junto a nosotros
por no saberse singulares,
un verano de felices fracturas de tobillo
o un verdugo que mordió la niebla para siempre.
Sería preciso recordar eso que narra
la pesadumbre como si fuera un eco oxidado
y mustio que nos da su ánimo,
que ve en nuestros ojos el inútil privilegio
con el que queremos volver a la casa vieja,
allí donde se hace feroz el paso del tiempo
caudaloso y hemos naufragado tantas veces.
Y al fin se marcha el hombre a picar
a otras puertas, calcinadas
también por la lluvia, abiertas de par en par
para que nadie se adentre en el secreto.
Éramos pequeños y se nos mostraba
la envoltura, la azul apariencia de las cosas.
Ningún misterio más
que el de no haberlo comprendido.
Si sentono passi nel nostro cuore
ed è un uomo che arriva stanco
e che si propone per qualsiasi necessità.
In cambio di cibo, scarabocchierà l’innocenza
e da una stanza lugubre, davanti a un bicchiere
di qualcosa, ci racconterà storie
di giorni estranei e impassibili,
come la tenerezza: un delitto sconvolgente
oppure un vago ricordo che riferisca di persone
che abbiamo amato e non sono più accanto a noi
per non sapere di essere singolari,
un'estate di felici fratture alla caviglia
o un aguzzino che ha morso la nebbia per sempre.
Sarebbe opportuno ricordare ciò che racconta
il dispiacere come se fosse un'eco arrugginita
e triste che ci dà il suo incoraggiamento,
che vede nei nostri occhi l'inutile privilegio
con cui vogliamo ritornare alla vecchia casa,
lì dove si fa feroce il trascorrere del tempo
fecondo e siamo naufragati tante volte.
E alla fine l'uomo se ne va a spilluzzicare
ad altre porte, calcinate
anche dalla pioggia, sbarrate
affinché nessuno si addentri nel segreto.
Eravamo piccoli e ci veniva mostrato
l'involucro, l'apparenza azzurra delle cose.
Nessun altro mistero
oltre a quello di non averlo capito.
(Del libro Que llueva siempre. Huerga & Fierro editores)
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