de/di Manuel López Azorín
(trad. Marcela Filippi)
Ni el delicado aliento de la tierra
ni su perfume múltiple,
ni su vívida luz,
ni siquiera la flor que es hermosa y efímera
lo mismo que la vida.
Tan solo nuestros ojos disfrutan su hermosura
del aliento, el perfume, de la luz de la rosa
y de cosas sencillas, cotidianas:
ver un amanecer, sonreír, dar las gracias,
escuchar lo que cuentas…
un gráfico de penas y alegrías,
no existe nada más, así es la vida.
Tan solo nuestras almas disfrutan su hermosura.
Hay en nuestros sentidos algo que no sabemos,
algo que nos escribe, que nos nombra;
pero no es nuestro.
Ni lo visible es ni lo tangible.
Solo nuestros sentidos disfrutan su hermosura
aunque no lo sepamos.
Solo a veces sentimos
un no sé qué que queda balbuciendo
y nos deja la casa sosegada
Né il delicato alito della terra,
né il suo molteplice profumo,
né la sua vivida luce,
nemmeno il fiore che è bello ed effimero
come la vita.
Solo i nostri occhi godono la sua bellezza
dell'alito, del profumo, della luce della rosa
e delle cose semplici e quotidiane:
vedere un'alba, sorridere, ringraziare,
ascoltare ciò che racconti...
un grafico di dolori e gioie,
non esiste nient'altro, così è la vita.
Solo le nostre anime godono della sua bellezza.
C'è nei nostri sensi qualcosa che non sappiamo,
qualcosa che ci scrive, che ci nomina;
ma non è nostro.
Né il visibile né il tangibile lo sono.
Solo i nostri sensi godono della sua bellezza
sebbene non lo sappiamo.
Solo a volte sentiamo
un non so cosa che rimane balbettando
e ci lascia casa in tranquillità.
(De Baluartes y violines. Lastura ediciones, 2023)
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