lunedì 11 marzo 2024

PAYASOS/PAGLIACCI

de/di Emilio Pacheco
(trad. Marcela Filippi)

Por los Payasos habla la verdad.
Como escribió Freud, la broma no existe:
todo se dice en serio.

Sólo hay una manera de reír:
la humillación del otro. La bofetada,
el pastelazo o el golpe
nos dejan observar muertos de risa
la verdad más profunda de nuestro vínculo.

Todo Payaso es caricaturista
que emplea como hoja su falso cuerpo deforme.
Distorsiona, exagera –y es su misión–
pero el retrato se parece al modelo.

Vuelve cosa de risa lo intolerable.
Nos libera
de la carga de ser,
la imposible costumbre de estar vivos.

Cuando se extingue la carcajada y cesa el aplauso,
nos quitamos las narizotas,
la peluca de zanahoria, el carmín,
el albayalde que blanquea nuestra cara.

Entonces aparece lo que somos sin máscara:
los payasos dolientes.


Attraverso i pagliacci parla la verità.
Come scrisse Freud, la beffa non esiste:
si dice tutto seriamente.

C'è solo un modo per ridere:
l'umiliazione dell'altro. I ceffoni,
le tortate o il colpo
ci fanno guardare morti dalle risate
la verità più profonda del nostro vincolo.

Ogni pagliaccio è un caricaturista
che usa come foglio il suo finto e deforme corpo.
Distorce, esagera –ed è la sua missione –
ma il ritratto somiglia al modello.

L'intollerabile diventa una cosa da ridere.
Ci libera
dal peso dell'essere,
l'impossibile abitudine d'essere vivi.

Quando la risata si estingue e cessa l'applauso,
ci togliamo i grossi nasi,
la parrucca di carota, il rosso,
il bianco che ci impallidisce il volto.

Allora appare ciò che siamo senza maschera:
i pagliacci dolenti.

(de Tarde o temprano. Letras mexicanas Fondo de cultura económica, noviembre 2000)

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