de/di Gabriela Mistral
(trad. Marcela Filippi)
Por el niño dormido que llevo, mi paso se ha vuelto silenzioso.
Y es religioso todo mi corazón, desde que lleva el misterio.
Mi voz es suave, como por una sordina de amor, y es que
temo despertarlo.
Con mis ojos busco ahora en los rostros el dolor de las entrañas,
para que los demás miren y comprendan la causa de mi mejilla
empalidecida.
Hurgo con miedo de ternura en las hierbas donde anidan
codornices. Y voy por el campo silenciosa, cautelosamente:
creo que árboles y cosas tienen hijos dormidos, sobre los que
velan inclinados.
Per il bambino addormentato che porto in grembo, il mio passo si è fatto attento.
E tutto il mio cuore è religioso, dacché porta il mistero.
La mia voce è soave, come una sordina di amore, ed è che
temo di svegliarlo.
Con i miei occhi ora cerco nei volti il dolore delle viscere,
affinché gli altri guardino e comprendano la causa del mio viso
impallidito.
Frugo con timore di tenerezza tra l'erba dove nidificano
le quaglie. E cammino lungo la campagna silenziosa, con cautela:
credo che alberi e cose abbiano figli addormentati, sui quali
vegliano inclinati.
(Antología poética de Gabriela Mistral. Biblioteca Edaf, Madrid 1999)
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